Le reazioni del mondo politico fiorentino dopo la lettera del Presidente della comunità ebraica. Bundu e Palagi (SPC): “Dolore per le parole di Fink, ma non rinunciamo al dialogo”
Difficile che la dura e accorata lettera aperta del Presidente della comunità ebraica Emanuele Fink, dopo il convegno “Pace e giustizia in Medio Oriente” del 24 febbraio svoltosi nel Salone de’ Dugento e dopo l’altrettanto duro dibattito in Consiglio Comunale andato in scena lunedì proprio sulle implicazioni di quel convegno, rimanesse lettera morta. Ed è un vero e proprio diluvio di reazioni quello che sta attraversando in questo momento il mondo politico fiorentino con quasi tutti i gruppi di opposizione (ma anche Italia Viva che sostiene la maggioranza) che chiedono le immediate dimissioni del presidente del Consiglio Comunale Luca Milani “reo” di non aver assolto al suo compito istituzionale non garantendo l’imparzialità degli interventi dei diversi relatori invitati al convegno e tutti espressisi contro la forte reazione di Israele all’attacco di Hamas dell’8 ottobre scorso.
Per Barbara Felleca (IV) “Le parole del Presidente della Comunità Ebraica, pesano come macigni sulla Presidenza del consiglio Comunale affidata a Luca Milani, e su ciascuno di noi. l’unico modo che abbiamo, come Consiglio comunale, di fare le nostre scuse più sincere per quanto avvenuto il 24 Febbraio scorso alla Comunità Ebraica fiorentina è presentare le dimissioni. Il Presidente Milani lo faccia immediatamente, e con lui decadremo anche noi. È il minimo, e coltiviamo la speranza che stavolta non ci siano tentennamenti né inutili distinguo da parte di Milani e del PD che lo sostiene, sindaco Nardella in testa”. E la Capogruppo dei renziani Mimma Dardano sottolinea con forza: “non c’è spazio per chi lascia spargere odio in Consiglio comunale”. Ubaldo Bocci, capogruppo di Centro, rincara la dose: “La responsabilità ricade non solo sulle spalle di Milani, ma anche del Pd che lo sostiene. Ci sentiamo tutti feriti, in qualità di consiglieri comunali, da questa lettera, e il presidente Milani dovrebbe trarne le debite conseguenze. Delle semplici scuse non bastano”. Non bastano le scuse neanche per Emanuele Cocollini vice presidente vicario del Consiglio comunale che chiede a Milani, “se ancora ha un briciolo di dignità, di dimettersi e permettere a chiunque possa davvero garantire l’imparzialità che il ruolo richiede di sostituirlo nella carica di presidente del Consiglio comunale”. Mentre per Mario Razzanelli (Forza Italia) le “immediate dimissioni” di Milani sono “l’unica strada sensata per ristabilire la dignità del Consiglio comunale e di tutta la città di Firenze”. Federico Bussolin (Lega Salvini): “Stavolta, invece di arrampicarsi sugli specchi, Milani e il PD ne prendano atto e si assumano le proprie responsabilità”.
Infine Antonella Bundu e Dmitrij Palagi sottolineano di aver letto “con dolore le parole del Presidente della Comunità Ebraica, perché esprimono sentimenti da rispettare, in una modalità che rischia davvero di creare isolamento. Vogliamo impedire che questa lettera possa diventare un elemento che crea fratture, come invece sembra desiderare chi sta facendo chi la impugna per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio. Perché Firenze è città anche della Comunità Ebraica, di tutte le comunità. Non abbiamo cattivi maestri a Firenze, ma solide tradizioni a sostegno della solidarietà tra i popoli. E il popolo palestinese sta subendo un massacro. Dirlo non implica nessuna giustificazione rispetto alle vittime innocenti del 7 ottobre. Non rinunciamo comunque al dialogo. Non cadremo nella tentazione di rispondere a recriminazioni con recriminazioni”.