E’ arrivata la relazione della Soprintendenza che dà il via all’istruttoria di proposta di vincolo
No al restyling del Franchi secondo il progetto Casamonti che prevedeva l’esteso abbattimento di entrambe le curve, sì invece a una riqualificazione che al contrario tenga conto dell’importanza storica dell’impianto.
La tanto attesa relazione della Soprintendenza sullo stadio Comunale è finalmente arrivata e il risultato è quello che in un certo senso il Soprintendente Andrea Pessina andava dicendo da settimane sottolineando che da parte dell’organismo non c’era mai stata una chiusura netta a una ipotesi di risistemazione dell’impianto che però tenesse conto di alcuni fattori: primo fra tutti la considerazione che il Franchi è un monumento nazionale e che eventuali interventi di ammodernamento non sarebbero dovuti andare a intaccare la struttura dell’impianto sportivo gigliato così come invece proposto nell’unico progetto presentato in maniera però informale dallo studio dell’architetto fiorentino, firmatario tra l’altro del nuovo stadio di Tirana in Albania, insieme a Comune e Fiorentina.
La relazione conclusiva dà il via all’istruttoria di proposta di vincolo del Franchi: il primo passo sarà l’invio del documento al Comune, proprietario dell’impianto, che avrà 80 giorni di tempo per presentare le sue osservazioni. Entro 120 giorni poi il Ministero per i Beni e le attività culturali emetterà il decreto di vincolo, recependo le proposte contenute nella relazione oppure apportando modifiche. Il testo, circa 15 pagine con un lungo apparato bibliografico, è stato redatto a quattro mani dagli architetti della Soprintendenza Paola Ricco e Valerio Tesi e raccoglie un lavoro puntiglioso di ricognizione operato sui singoli manufatti dello stadio.
Ma attenzione, e questo è il capitolo importante che potrebbe ancora lasciare un lievissimo spiraglio alla sopravvivenza del Franchi come impianto in cui disputare le partite casalinghe della Fiorentina: nella relazione viene detto che “il Franchi non è intangibile”. Anzi, secondo quanto riportato dal documento, è “auspicabile” e “doveroso aprire un dibattito sulle modalità di progetto per tenere insieme il valore culturale dell’opera e l’esigenza di trasformarla” per renderla fruibile e più comoda per il pubblico e, allo stesso tempo, risanarla nelle vaste parti deteriorate e proteggerla dall’usura del tempo”.
Insomma un “No” alle modifiche delle curve non c’è, anzi si dice che sono gli elementi architettonici maggiormente deteriorati. Ma queste modifiche non dovranno essere fatte così come immaginato da Casamonti perché “la Soprintendenza non ritiene possibile demolire in maniera estesa le curve, in quanto parte integrante del monumento”. La relazione infine non dice cosa si può fare e cosa no (non sarebbe il suo compito, come più volte sottolineato da Pessina): ma sancisce il valore culturale del Franchi nel suo insieme, in cui non tutti gli elementi hanno la stessa rilevanza architettonica.