La strada si trova nel tratto tra piazza Verzaia e Borgo San Frediano. La cerimonia di intitolazione a 16 anni dalla scomparsa del sacerdote che operò per i ragazzi del quartiere e per i detenuti delle carceri
Don Cuba torna nella sua San Frediano a sedici anni dalla morte. Al sacerdote, pilastro della chiesa fiorentina del ’900, è stata intitolata una strada in San Frediano, rione dove ha vissuto e portato avanti il suo apostolato. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, l’assessora alla Toponomastica Maria Federica Giuliani, il presidente della commissione toponomastica Mirco Rufilli, il presidente dell’associazione Don Cuba Franco Lucchesi, monsignor Vasco Giuliani e il presidente della Rondinella del Torrino Roberto Ciulli. Da oggi il tratto tra piazza Verzaia e Borgo San Frediano, in pratica la continuazione di via Lungo le Mura di Santa Rosa, porterà il nome di don Danilo Cubattoli, spentosi a 84 anni la sera del 2 dicembre 2006.
“Vogliamo celebrare il centenario della sua nascita – ha sottolineato Giuliani – don Cuba era un prete, ruvido e diretto, amico di barboni e carcerati ma anche dei grandi registi un personaggio di grande spessore, apprezzato da tutti, dalla gente più semplice fino ai teologi. Ha dedicato tutta la vita e la sua grande intelligenza alla sua vocazione. Con Fioretta Mazzei e Ghita Vogel operò a favore dei ragazzi di San Frediano. Senza dimenticare, naturalmente, che per trent’anni fu cappellano delle carceri, Murate, Santa Verdiana, Sollicciano. Gli dedichiamo questa intitolazione per ciò che ha regalato a Firenze e per ciò che ha lasciato in eredità alla nostra comunità interpretando il suo magistero con la voce delle persone e facendosi vicino alle necessità della gente comune”.
Con Ghita Vogel fondò una casa famiglia che accolse tanti ragazzi avviandoli al lavoro; fu anche pioniere dei cineforum, che portò anche nelle carceri delle Murate e di Santa Verdiana, oltre che tra i suoi giovani del quartiere. Grande appassionato di sport e ciclista a sua volta era stato amico inseparabile di Gino Bartali, di Fiorenzo Magni e più tardi di Gastone Nencini. Memorabile infine nel 1954 il viaggio in Africa, 19mila chilometri su una moto, per celebrare una messa sulla vetta del Kilimangiaro per i lavoratori di tutto il mondo.
“Ringraziamo l’amministrazione comunale per aver accolto la nostra proposta, avanzata attraverso una raccolta firme due anni fa – ha dichiarato Franco Lucchesi, presidente dell’Associazione Don Cuba – un luogo che porta il nome di don Danilo Cubattoli non poteva che essere in San Frediano, il suo quartiere. Il Cuba, come veniva chiamato da tutti, è stato il prete del popolo, vicino ai poveri, ai carcerati, agli ultimi, sempre pronto ad ascoltare ed aiutare chi aveva bisogno, fin da quando in Seminario ogni giorno raccoglieva il pane avanzato in refettorio e lo distribuiva, con la complicità di due compagni, Renzo Rossi e Lorenzo Milani, ai ragazzi del rione che soffrivano in quel tempo la fame, calando un cestino dalla finestra della sua camera perché allora era vietato ai seminaristi incontrare i ragazzi del rione”.