Da martedì riflettori del mondo accesi sulla città per il summit sindaci-vescovi del Mediterraneo con un forte pensiero alla crisi in Ucraina. In attesa poi di Papa Francesco che domenica celebrerà messa in Santa Croce e reciterà l’Angelus in piazza
Nel segno del sindaco Santo Giorgio La Pira che nel 1955 organizzò a Palazzo Vecchio uno storico summit con sindaci delle capitali del mondo siglando un patto di amicizia, Firenze dal 23 al 27 febbraio ospiterà il convegno dei vescovi “Mediterraneo frontiera di pace”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, e il “Forum dei sindaci del Mediterraneo”, convocato dal primo cittadino fiorentino Dario Nardella. Tre i momenti salienti dell’appuntamento che accenderanno gli occhi del mondo sulla città: la prima visita cittadina da premier di Mario Draghi (mercoledì 23febbraio), la partecipazione del Presidente della Repubblica rieletto Sergio Mattarella (domenica 27 febbraio) e quello più atteso di tutti la seconda visita di Papa Francesco a Firenze in occasione dell’incontro congiunto di vescovi e sindaci del Mediterraneo che avrà come momento culminante la messa celebrata in Santa Croce e la seguente recita dell’Angelus in piazza sul sagrato della Basilica (Domenica 27 febbraio).
Il convegno “Mediterraneo frontiera di pace” e il “Forum dei sindaci del Mediterraneo” vedranno la presenza di una delegazione di circa 60 vescovi e 60 sindaci provenienti da quasi tutti i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, oltre ad ospiti di rilievo internazionale. Firenze dunque come laboratorio di pace e di incontro, come sottolineava proprio La Pira nel celebre discorso rivolto ai sindaci convenuti in città ormai 67 anni fa. Un vertice preparato da più di un anno che diventa ancora più attuale alla luce delle fortissime tensioni che stanno attraversando in questo momento il mondo: e il riferimento è alla delicata situazione fra Russia e Ucraina che da un momento all’altro, se non interverrà un’azione diplomatica decisa di pace, potrebbe rivolgersi in un conflitto militare.
“È vero che l’Ucraina non è direttamente sul Mediterraneo – ha detto il Cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei -, ma lo è attraverso il Mar Nero; e La Pira diceva che fino agli Urali è tutto Mediterraneo, perché questo mare abbraccia tre continenti e più di venti nazioni. Il Mediterraneo è veramente una grande frontiera di pace che deve riunire tutta la famiglia di Abramo. Siamo in un momento di profonda crisi, anche per quello che sta succedendo in Ucraina: dal punto di vista della provvidenza di Dio diventa ancora più necessaria questa nostra azione di pace. È interessante anche il fatto che vescovi e sindaci siano assieme: i vescovi porteranno quelli che sono gli effetti dell’annuncio del Vangelo, i sindaci ci mostreranno la situazione concreta dei popoli che essi rappresentano. Il confronto tra vescovi e sindaci, nella sintesi che farà il Papa, credo che sia un momento provvidenziale che va al di là di Firenze e del Mediterraneo”.
Obiettivo della conferenza è rilanciare l’interesse verso l’area mediterranea, attraverso il dialogo tra le sue principali città, favorendo e promuovendo azioni di supporto per la cooperazione e la pace. Nella storia il Mediterraneo – crocevia tra civiltà occidentali e orientali, tra il nord e il sud del mondo – può giocare di nuovo il ruolo di ponte culturale che ha avuto in precedenti decisivi frangenti storici, stavolta grazie al dialogo tra le sue città. “Ricordando Giorgio La Pira – ha aggiunto Nardella – questa conferenza sul Mediterraneo sarà l’incontro della ‘spes contra spem’ e dobbiamo chiedere all’Europa di essere presente, forte, attenta molto più di quanto non sia stata finora. E sarà bello vedere i sindaci di tante città parlare di questi temi: la pace, la cultura. A chi lo criticava per essersi occupato troppo di questioni internazionali, La Pira rispose con la frase ormai famosa: ‘il sindaco di Firenze si deve occupare di cambiare le lampadine e di promuovere la pace del mondo’. Direi che oggi è il compito di tutti questi 65 sindaci che si ritroveranno a Firenze”.
I due eventi vedranno coinvolte oltre 500 persone, tra forze dell’ordine e volontari. Il Papa celebrerà la messa assieme a 300 religiosi. Atterrerà con il proprio elicottero domenica mattina presto allo stadio Ridolfi per essere poi alle 8.30 nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Non userà la Papamobile per raggiungere piazza della Signoria ma una normale auto coperta. Il percorso ancora non è stato stabilito. “Mi aspetto – ha sottolineato il governatore toscano Eugenio Giani – che il Pontefice dica parole sui valori necessari a un mondo che dopo la pandemia ha bisogno di rispondere con la solidarietà, non con l’egoismo: e che lanci un messaggio di grande respiro come lui sa fare.
Complesso di Santa Maria Novella e le basiliche – I lavori dell’incontro dei vescovi “Mediterraneo frontiera di pace” si svolgeranno nel complesso di Santa Maria Novella, dal 23 al 25 febbraio. Il giovedì pomeriggio alle 18.30 la Chiesa fiorentina proporrà ai vescovi delegati 4 incontri, aperti al pubblico, nelle basiliche di San Marco, San Lorenzo, Santissima Annunziata e Santo Spirito per raccontare le proprie origini, le esperienze religiose e le più alte espressioni di spiritualità e di carità, oltre ad alcune figure-simbolo del Novecento. Mentre venerdì alle 18.30 nella basilica di San Miniato i vescovi si riuniranno per la preghiera sulla città nella memoria di martiri e testimoni della fede e della giustizia. Sabato mattina alle 9 i vescovi si uniranno ai sindaci in Palazzo Vecchio per l’assemblea congiunta e l’elaborazione della Dichiarazione di Firenze da consegnare poi nelle mani del Pontefice quindi si trasferiranno nel pomeriggio nel Nuovo Auditorium del Maggio Musicale Fiorentino per l’evento pubblico.
Basilica di Santa Croce – Domenica 27 febbraio Papa Francesco, dopo aver incontrato vescovi e sindaci riuniti in Palazzo Vecchio, celebrerà la messa alle 10.30: assieme a lui ci saranno 14 cardinali, 6 patriarchi, 97 vescovi e 96 preti. A causa delle misure di sicurezza e anti Covid potranno partecipare 750 persone: I posti saranno singoli numerati e distanziati nel rispetto delle misure sanitarie. La priorità è stata data alle persone più fragili: ammalati, disabili, carcerati, indigenti e altri soggetti deboli e con difficoltà di cui si prendono cura quotidianamente le realtà diocesane e cittadine. In basilica si potrà entrare solo con il pass (invito + biglietto con sistema anticontraffazione), entro le ore 9, gli accessi saranno da via dell’Anguillara, via dei Benci, via Da Verrazzano, via Torta.
Piazza Santa Croce – All’Angelus invece potranno assistere, con sedute distanziate e numerate, 1.400 persone: gli inviti sono stati distribuiti tramite le parrocchie della diocesi, fra le comunità di religiose, le aggregazioni laicali, le associazioni di volontariato. L’accesso in piazza dei fedeli (invito + biglietto con sistema anticontraffazione), avverrà entro le ore 8.30 gli accessi saranno da via dell’Anguillara, via dei Benci, via Da Verrazzano, via Torta. Quattro maxischermi consentiranno di seguire da fuori la messa.