L’ha annunciato, durante la celebrazione del 78° anniversario della Liberazione di Firenze, il sindaco Nardella che poi ha anche mostrato il libro degli ospiti di Palazzo Vecchio con le firme di Hitler e Mussolini
Fra due anni, nel 2024, la celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione di Firenze sarà ancora più memorabile. Perché proprio in quella particolare celebrazione verrà inaugurato il Museo diffuso della Resistenza fiorentina, il grande progetto nel quale credeva moltissimo Silvano Sarti. Quello di uno spazio che potesse riunire di tutto ciò che è stata la Resistenza di Firenze: dagli eventi accaduti nei singoli quartieri, alle donne della Resistenza, agli alleati, alla valorizzazione dei fatti meno noti accaduti nella nostra città. Ad annunciarlo è stato il sindaco Dario Nardella durante la commemorazione degli eventi dell’11 agosto svoltasi questa mattina sull’Arengario di Palazzo Vecchio alla presenza tra gli altri del Governatore toscano Eugenio Giani, del prefetto Valerio Valenti, del presidente della comunità ebraica Enrico Fink e della presidente provinciale dell’Anpi provinciale Vania Bagni.
Il Museo della Resistenza fiorentina sarà un “Museo diffuso”, all’interno delle 12 biblioteche cittadine, con il supporto dei 5 Quartieri che come ha ricordato Nardella “sono i luoghi che più di ogni altro sono considerati luoghi di cultura e di memoria e che sono frequentati ogni giorno da moltissimi giovani, inglobando anche i luoghi che già sono parte della raccolta della memoria, come l’Archivio storico del Comune e l’Istituto Storico della Resistenza, che sta curandone i contenuti grazie ad un comitato scientifico”. Il primo cittadino ha poi ricordato Alberto Basile, consigliere del Quartiere 2, deceduto due giorni fa per un malore improvviso e tra le persone che hanno lottato per la Liberazione dell’Italia il partigiano e matematico Mario Fiorentini scomparso anche lui due giorni fa. “Ogni anno – ha detto Nardella – è un’emozione rinnovata poter festeggiare da qui insieme a voi Firenze libera. Era l’alba dell’11 agosto 1944 quando i rintocchi della Martinella, lanciavano alla città il segnale dell’insurrezione generale contro l’occupazione nazifascista. Quelle che seguirono furono giornate eroiche e di battaglia in cui le brigate partigiane portarono avanti i combattimenti contro le truppe tedesche in ritirata. La città insorse e si liberò, dando vita a un autogoverno espressione delle forze antifasciste che avevano animato la Resistenza”.
Ma il sindaco ha insistito particolarmente anche sul concetto di memoria e di tramandare la memoria. “Custodirla e tramandarla – ha sottolineato – è un antidoto indispensabile che abbiamo il dovere con sempre più forza di diffondere; perché la libertà, l’uguaglianza, la pari dignità di tutti, richiedono, per fortificarsi, che vi sia conoscenza delle radici, della cultura, della nostra storia. Senza tutto questo non possiamo costruire il futuro. E in questo la nostra più preziosa testimonianza è proprio la Costituzione. La Costituzione ci protegge, ci garantisce libertà e diritti e ci impone dei doveri. Oggi penso fra gli altri al sacro dovere di difendere la patria. Perché si può essere patrioti senza essere nazionalisti, senza essere sovranisti e avendo nel cuore lo spirito partigiano. Ma quali possiamo allora dire che siano i nostri doveri nel mondo contemporaneo?. Io credo che oggi la nostra responsabilità individuale sia gravata da un peso straordinario. Penso fra tutti al dovere di proteggere l’ambiente, come segno di responsabilità per le future generazioni, da poco divenuto principio fondamentale della nostra Costituzione. Cambiare la Costituzione è previsto dalla Costituzione stessa, ma non dobbiamo consentire che i valori e i principi della nostra Costituzione siano travolti, né oggi, né domani, né mai, perché è l’unica vera garante delle nostre libertà e dei nostri diritti”.
Durante la commemorazione Nardella ha mostrato anche il libro degli ospiti di Palazzo Vecchio indicando le firme di Hitler e Mussolini lasciate nello storico incontro del 9 maggio 1938 che poi dette origine a una delle poesie più conosciute di Eugenio Montale: “La primavera hitleriana”. Ma c’è stato anche spazio per un fuoriprogramma dedicato ai turisti che in quel momento si trovavano a passare per piazza Signoria. “Dear friends, dear visitors – ha detto rivolgendosi loro – this is the freedom day of Florence. Please give a big applause”. È la nostra giornata della Liberazione ed è giusto che anche chi , passa di qua per caso, chiedendosi cosa stia succedendo, sappia che oggi la comunità fiorentina ricorda il sacrificio di tante donne e tanti uomini per la riconquista della libertà in questa 78 esima ricorrenza”.