Lo prevede un accordo tra il comune e alcune imprese dell’Osmannoro e di Scandicci che pagheranno il servizio
Ferragamo in primis, ma anche le altre aziende dell’Osmannoro e di Scandicci i cui dipendenti adesso potranno recarsi al lavoro in tramvia e una volta scesi alle fermate stabilite troveranno ad attenderli una navetta “aziendale”.
Lo prevede il nuovo servizio “transfer” che ha avuto il via libera da parte della Giunta di Palazzo Vecchio proprio nell’ultima riunione prima dello stop all’attività per le vacanze estive. L’esecutivo, su proposta dell’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti, ha concesso semaforo verde all’istituzione di uno speciale contrassegno ztl bus per i pullman che effettuano servizio navetta dalle fermate Nenni Torregalli della T1 e Guidoni della T2 con la sede delle aziende.
“Negli ultimi tempi – spiega Giorgetti – sono arrivate richieste da parte di alcune aziende di attivare un servizio navetta per i propri dipendenti da alcune fermate della tramvia. Gli uffici si sono subito attivati per modificare il disciplinare che regolamenta il transito dei bus in città e che non prevedeva questa tipologia di servizio. Ora invece sarà possibile attivare queste navette che si inseriscono a pieno titolo nelle politiche di questa Amministrazione per disincentivare l’utilizzo del mezzo privato”.
Il nuovo contrassegno si chiamerà SN (servizio navetta aziendale), avrà una validità annuale rinnovabile e un costo massimo di 70 euro. Potrà essere richiesto dalle aziende con almeno 50 dipendenti ubicate nel territorio comunale o in comuni contermini.
Naturalmente il percorso dei bus impegnati in questo servizio non potrà interessare le aree del centro (ztl) e della Zcs 1 già servita dal trasporto pubblico, e i mezzi dovranno avere motorizzazioni meno inquinanti: esclusi Euro da 0 a 4 anche dotati di Filtro anti particolato.
“Con l’entrata in servizio delle linee T1 e T2 – conclude l’assessore – sta cambiando il modo di spostarsi in città con un maggior utilizzo del trasporto pubblico anche per andare al lavoro. Questo tipo di esigenza ci è pervenuta da alcune aziende fiorentine e l’amministrazione non si è fatta pregare per accoglierla”.