Lo rivela l’indagine di Confcommercio Toscana. Ma l’importo medio di spesa pro capite resta ancora più basso rispetto al pre-Covid: 157 euro, contro le 175 del Natale 2019
Sette toscani su dieci acquisteranno regali da mettere sotto l’Albero, per un importo medio di spesa di 157 euro a testa. Un investimento di oltre 415 milioni di euro per fare felici i piccoli di casa prima di tutto, poi partner, i parenti stretti e gli amici più cari. Lo conferma l’indagine condotta da Confcommercio Toscana sui dati dell’ufficio studi nazionale, che mette però in luce come sia ancora lontano il livello dei consumi pre-pandemia: “a Natale 2019 i toscani avevano speso circa 175 euro a testa per i regali, nel 2020 sono scesi a 162, 158 nel 2021 e ora 157. Di fatto una sostanziale tenuta, che è già un buon risultato in un anno difficile, segnato dalla guerra, dall’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia”, precisa il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.
A contrarsi è anche la percentuale dei toscani che si dichiarano disposti a fare regali, scesa al 71% dal 76,9% dello scorso anno. “Ma non si tratta di un dato definitivo – dice Marinoni – spesso capita che anche il più refrattario ai doni poi ci ripensi alla vigilia e corra a comprare qualcosa per le persone più care. Vero è che buona parte della tredicesima, purtroppo, quest’anno servirà ad assorbire inflazione e caro bollette: secondo le previsioni di Confcommercio nazionale i consumi reali di dicembre si ridurranno ai minimi da 15 anni, superando di poco i 1.500 euro a famiglia, 1.532 per l’esattezza”.
Tra i doni preferiti, la riconferma dei prodotti gastronomici, seguiti da capi di abbigliamento, libri, giocattoli e carte regalo. In crescita anche il trend dei “pacchetti esperienziali”: percorsi sensoriali da vivere in prima persona, che vanno dai trattamenti estetici alle cene gourmet passando per visite guidate o training sportivi. Alcuni toscani hanno anticipato gli acquisti natalizi durante la Black Week, che in Italia ha visto crescere i consumi del +14,3% rispetto al 2021, “ma la tradizione dello shopping in centro nei fine settimana di dicembre resiste, anche perché dopo due anni di pandemia c’è grande voglia di stare fuori casa, di incontrare persone, di vedere e scegliere i prodotti dal vivo”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana, “innegabile tuttavia che internet continui ad essere un canale di acquisto molto gettonato, soprattutto fra i più giovani. Ormai per intercettare nuovi clienti i negozi sono quasi obbligati ad avere due vetrine, una fisica su strada, l’altra virtuale su web e social”.
Molte speranze in Toscana sono legate alle performance del turismo: “se il trend resta quello registrato da metà novembre in poi e per il ponte dell’Immacolata, i risultati saranno molto positivi sia per le città d’arte più famose sia per quelle destinazioni che hanno saputo creare iniziative natalizie attrattive per il grande pubblico”, commenta il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano. “Nella maggior parte dei casi si tratta di un turismo di prossimità, proveniente da regioni limitrofe, ma comunque porta una iniezione di liquidità positiva per l’economia toscana, che saprà incidere al rialzo sui risultati del Natale”.
Intanto, anche sul fronte della ristorazione si aprono prospettive interessanti: “ancora è presto per fare previsioni, ma i ristoranti che resteranno aperti hanno già moltissime prenotazioni per il pranzo di Natale. Il tutto esaurito pare un traguardo possibile”, anticipa Cursano. “Nei fine settimana i locali sono pieni, nonostante la crisi e l’incertezza del futuro la gente ha voglia di stare bene, di divertirsi fuori casa, e premia quei ristoratori che sanno regalare un’accoglienza all’altezza delle aspettative. Purtroppo, la scure dell’inflazione e del caro energetico mettono a rischio questa ripresa post pandemica. Ci affacciamo al 2023 con grande preoccupazione e cautela”.