A Firenze saranno 34, attive dalla prossima settimana: andranno nelle case dei potenziali contagiati e potranno effettuare i test di positività al Covid-19. In Regione ce ne sarà una ogni 30-50mila abitanti
Dalla prossima settimana in tutta la Toscana saranno attive le nuove unità speciali di continuità assistenziale formate da medici e infermieri specializzati e dedicate espressamente al Coronavirus. Si muoveranno in base alle richieste ricevute dai colleghi medici di famiglia e guardie mediche.
La nuova ordinanza, voluta espressamente dal Governatore Enrico Rossi, fa seguito alla precedente richiesta di reperibilità telefonica per i medici di medicina generale di reperibilità di 12 ore al giorno (dalle 8 alle 20) compresi festivi e prefestivi per gli assistiti, e nelle prossime ore potrebbe già essere firmata dal Presidente Toscano.
Un accordo è già stato raggiunto con la Federazione dei medici di medicina generale e per quanto riguarda Firenze saranno 34 le postazioni approntate con medici e infermieri che, adeguatamente protetti, garantiranno ai positivi e sospetti al Covid-19 l’assistenza domiciliare. Questi ultimi potranno anche effettuare i test per la diagnosi di positività al virus. Il servizio nell’area fiorentina sarà suddiviso in tre parti: Firenze centro (non accessibile al pubblico, in zona Gavinana, dove lavoreranno 6 medici e altrettanti infermieri), sud-est (San Casciano, Bagno a Ripoli e Figline Valdarno) e nord-ovest (Scandicci, Sesto e Campi Bisenzio).
In Toscana ci sarà un’unità ogni 30-50mila abitanti a seconda delle zone. Una novità dunque di non poco conto innanzitutto per l’importanza di avere un team già a conoscenza delle problematica e abituato a muoversi in assoluta sicurezza e protezione che potrà seguire i pazienti positivi anche sul territorio (a domicilio) e visitare i “sospetti” con la possibilità di effettuare al volo un tampone: poi perché in questo modo i medici di famiglia potranno continuare a seguire i pazienti cronici e fragili già evitando l’aggravamento delle loro condizioni e l’eventuale ricovero in ospedale.