Nasce Urban Lab e attacca i Cittadini Attivi: ‘La sicurezza non si ottiene solo con la repressione’

Una delle tante spaccate in viale Redi

L’intento dell’associazione, formata da commercianti e residenti, è di creare un presidio culturale e sociale a San Jacopino. Gianfaldoni: “Denunciamo per far conoscere le problematiche del quartiere. Solo così possiamo cambiare la situazione”

I rappresentanti di Urban Lab con l’assessore Bettarini e il presidente del Q1 Mirco Rufilli

Un progetto che intende coinvolgere i circa 21mila abitanti del rione San Jacopino (Quartiere 1) trasformando questa zona da tempo al centro di molteplici episodi di microcriminalità fra spaccate nei negozi, degrado, furto nelle auto in sosta, spaccio di droga e ubriachezza molesta, in un laboratorio sociale e di sperimentazione “dove le persone possano ritrovare il senso di appartenenza e riscoprire il piacere di vivere insieme”. E’ l’obiettivo di Urban Lab San Jacopino Aps, l’associazione di commercianti e residenti nata il 25 novembre scorso che ha avuto la benedizione dell’assessore alla cultura Giovanni Bettarini e del presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli. “L’intento – spiegano è di valorizzare l’identità di questa popolosa zona del centro storico piena di tante attività commerciali e di tanti servizi offerti ai cittadini. Il nostro obiettivo, come Amministrazione, è di collaborare con questa realtà propositiva che intende impegnarsi per trasformare questo luogo in una comunità, dimostrando che così si può costruire sicurezza”.

Insomma una sorta di presidio culturale sul territorio che racconti San Jacopino, organizzi laboratori per bambini e ragazzi coinvolgendoli nel ridisegnare i luoghi pubblici, oppure iniziative che diano voce agli abitanti, raccogliendo le loro storie e i loro desideri. Anche se poi basta farsi un giro per via Toselli oppure per via Maragliano o nella stessa piazza San Jacopino per accorgersi che la realtà è diversa, più ruvida: e che probabilmente non bastano solo iniziative di questo tipo per portare un po’ più di serenità in un rione nel quale un tempo era bello abitare proprio per il senso di “popolare” che si respirava fra le case e che ora deve fare pesantemente i conti con balordi di tutti i tipi, trasmigrati qui dalle Cascine, i quali per pochi spiccioli da utilizzare poi per comparsi la dose quotidiana di droga, non esitano a distruggere vetrate di negozi o a infilarsi dentro auto in sosta per appropriarsi delle poche cose lasciate all’interno degli abitacoli.

Nella foto di repertorio una delle affollatissime assemblee del Comitato Cittadini Attivi S. Jacopino

Urban Lab si dice disponibile a “collaborazioni con partners ed intrattiene costantemente relazioni con gli stakeholders e con le Istituzioni, al fine di garantire le risorse necessarie da investire nel supportare i bisogni dei cittadini nella vita di quartiere”. Ma, cosa alquanto curiosa, per aderire alle prossime iniziative che metterà in campo chiede la sottoscrizione di una tessera associativa attraverso il versamento di una quota annuale però non precisata. “URBAN LAB – dice la presidente Antonella Di Noia – è un progetto ambizioso nato con l’idea di raccontare e valorizzare l’anima autentica che caratterizza il quartiere San Jacopino attraverso la creazione di un laboratorio sperimentale in cui ciascun cittadino possa sviluppare senso di appartenenza, senso di responsabilità collettiva e costruire attraverso il presidio culturale e sociale del quartiere un’idea di città e di virtuosa comunità. Per noi è fondamentale la partecipazione e la collaborazione con tutte le realtà attive nel quartiere perché solo insieme si può costruire un quartiere vivibile dinamico e sicuro. La sicurezza non si ottiene solo con metodi repressivi. Il ruolo dei cittadini non può essere solo di denuncia ai media e sui social. Bisogna costruire qualcosa. Se vivi i luoghi, i luoghi diventano sicuri”.

Gianfaldoni (al centro) tra i rappresentanti dei diversi Comitati di cittadini che si battono per una maggiore sicurezza nei quartieri

Una critica neppure troppo velata a Simone Gianfaldoni, presidente del Comitato Cittadini Attivi, che da anni denuncia la mancanza di sicurezza nel quartiere e risponde altrettanto duramente: “Ciò che segnaliamo – dice – è una sacrosanta azione civile: prima di pubblicare sui social o sulla stampa avvisiamo le forze dell’ordine e il nostro denunciare deve far conoscere le problematiche di tutto il quartiere San Jacopino a tutti i cittadini, piccole o grandi che siano: solo così si può porre  rimedio non c’erto nascondendo  i problemi sotto un tappeto per non farli emergere. Quanto al fantomatico incontro con l’assessora Albanese che avrei disertato, né a me e neppure al Comitato è mai arrivato un invito: non ci sarebbero stati problemi a partecipare. Dalla nostra parte purtroppo è andata diversamente: per tre volte di il Comitato ha rivolto a membri dei commercianti un invito per ritrovarsi e trovare una soluzione in sinergia, purtroppo sempre rifiutato. Ne abbiamo preso atto e abbiamo continuato la nostra strada  autonomamente, sempre senza indugi, nel nostro stile di fare qualcosa di utile, perché la nostra sicurezza è sacrosanta e la pretendiamo. Nel quartiere ci sono tre comitati di cittadini che operano da tempo contro il degrado e per la sicurezza: non prendiamo certo ordini da una neonata Urban Lab”. 

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.