Il 18 maggio i musei civici non riapriranno e nel bilancio mancano 200 milioni. Minoranze all’attacco: “Solo provocazioni che cadono nel vuoto. Il sindaco riferisca in Consiglio comunale”
Pronto a staccare l’illuminazione pubblica se lo Stato non gli darà una prima tranche della liquidità promessa e a considerare l’ipotesi di far pagare una retta, seppur minima, alla scuola materna se gli aiuti promessi da Roma continueranno a non arrivare. Intanto il 18 maggio i musei civici non riapriranno a partire da Palazzo Vecchio, perché farlo da qui a giugno costerebbe 1,5 milioni di euro che in questo momento non ci sono.
Il sindaco Dario Nardella è preoccupato e in un’intervista al Corriere lancia strali e provocazioni sulla situazione dei Comuni italiani alle prese con la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, quella che dovrebbe essere la ripartenza anche se di segnali in questo senso si continua a vederne molto pochi.
E aggiunge un altro tassello che non può non destare allarme: la voragine di 200 milioni nel bilancio dovuta ai mancati introiti tra ticket dei bus turistici, tassa di soggiorno, musei civici, tasse provenienti dai dehor di ristoranti e locali chiusi dal lockdown, senza contare le sospensioni degli altri tributi a causa dell’emergenza. Con in più un ulteriore problema: gli stipendi dei 4.100 dipendenti comunali che ammontano ogni mese a 15 milioni.
Ma le minoranze non ci stanno e attaccano duramente bollando l’uscita del primo cittadino fiorentino come “provocazioni che cadono nel vuoto”. “Comprendiamo – dice il capogruppo della Lega Federico Bussolin – le difficoltà attuali di chi amministra, ma un “buco” da 200 milioni ha un nome ed un cognome, una cattiva gestione della spesa pubblica e degli investimenti, e questa fa capo a Nardella non ad altri. Anziché spegnere le luci a danno dei cittadini, incominciamo a tagliare le spese improduttive”.
E Alessandro Draghi (Fratelli d’Italia) aggiunge: “Ci sono altri modi di fare cassa, non credo che spegnere la città sia la manna dal cielo. Il provvedimento inciderebbe positivamente da un punto di vista di eco sostenibilità ma aumenterebbe i rischi per la cittadinanza, agevolando la microcriminalità organizzata e l’insicurezza per i fiorentini. Un aspetto questo che il Pd ha sempre sottovalutato e di cui deve farsene una ragione perché esistono in città problemi legati alla sicurezza”.
Per Jacopo Cellai (F. Italia) infine “C’è qualcosa che non ci torna sul bilancio di Palazzo Vecchio. Oggi il Sindaco parla di un deficit di 200 milioni, lo scorso 30 marzo nel corso del primo consiglio comunale telematico stimava una forbice tra i 110 e i 135 milioni. Comprendiamo bene il peso delle entrate di varia natura saltate da marzo ad oggi, ma come si arriva ai 200 milioni di deficit? Il Sindaco venga in Consiglio Comunale a spiegare nel dettaglio la situazione del bilancio. Sono settimane che chiediamo chiarezza in merito all’avanzo di amministrazione disponibile e usato da moltissimi Comuni italiani per finanziare interventi in favore di imprese e famiglie che noi non abbiamo utilizzato ad oggi perché nel nostro caso è “indisponibile” data la nostra situazione contabile. Non bastano le provocazioni come quella di spegnere l’illuminazione pubblica. Servono a poco e trasmettono un grande senso di paura”.