Dopo il tragico incidente in viale Don Minzoni il sindaco di Firenze torna a chiedere una normativa nazionale e ricorda l’ordinanza annullata di febbraio. “In gioco ci sono le vite di tante persone, soprattutto giovani”
“Sono mesi che Firenze è in prima linea per battersi per una maggiore sicurezza sui monopattini”. Dario Nardella è profondamente dispiaciuto per la morte di Mohamed Fahim Abdul Rahuman, il giovane 27enne dello Sri Lanka morto lunedì notte nell’impatto tra il monopattino elettrico su cui era a bordo e una moto guidata da un altro giovane del 1998 che aveva con sé una persona. L’incidente, avvenuto in viale Don Minzoni all’altezza dell’incrocio con via Masaccio, ripropone drammaticamente il tema dell’utilizzo di questi nuovi mezzi di trasporto sempre più utilizzati e soprattutto delle protezioni di sicurezza da indossare per far sì che tragedie come queste non si debbano più ripetere.
Il primo cittadino fiorentino dopo aver rivolto le condoglianze alla famiglia di Mohamed, torna però a chiedere a gran voce una norma governativa che renda obbligatorio il casco, l’assicurazione e la presenza di un numero di riconoscimento, una sorta di targa dei mezzi. Come aveva già fatto con l’ordinanza di febbraio poi bocciata dal Tar. “Aspettiamo che gli inquirenti chiariscano la dinamica dell’incidente, ma ciò che è già appurato è che il conducente del monopattino non aveva il casco – dice il sindaco -, a differenza delle due persone che erano sulla moto. Firenze è stata la prima città a farsi carico del problema e abbiamo firmato un’ordinanza che purtroppo fu annullata. Decidemmo di non fare ricorso, ma di chiedere al parlamento un intervento rapido e decisivo con una norma che rispondesse alle proposte avanzate dalla nostra città. Sono passati diversi mesi e nonostante lo sforzo di alcuni parlamentari come la presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati Raffaella Paita non è successo nulla”.
Per questo il sindaco di Firenze è pronto ad avviare una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare come è già accaduto per l’omicidio stradale e per l’ora di educazione civica. “Non molleremo su questa battaglia – conclude – perché in gioco ci sono le vite di tante persone, soprattutto giovani. Le norme attuali sono assolutamente insufficienti e inadeguate. È paradossale che sotto i 18 anni il casco è obbligatorio per chi utilizza il monopattino, mentre non lo è per chi ha più di 18 anni. È una regola beffa. Ci dispiace constatare che questi drammatici eventi ci danno ragione,ma della ragione non ce ne facciano niente fino a quando avremo una norma chiara per la tutela di tutti i cittadini e per la sicurezza dei monopattini, che sono un mezzo innovativo ed ecologico per spostarsi nelle città, ma che necessitano assolutamente di un quadro chiaro di sicurezza e tutele”.