Sarà il Comune a occuparsi del restauro dello Stadio con un concorso internazionale di idee che comprenda anche la riqualificazione di Campo di Marte. Costo 100 milioni di euro e inizio dei lavori nel 2024. “Su questo mi gioco la credibilità di sindaco”
“Chi vuole dare una mano è ben accetto, chi polemizza e basta può stare a casa sua: siamo anche un po’ stanchi. Il tempo dei tentativi è finito. Il restyling del Franchi lo faccio io. Su questo mi gioco la mia credibilità di sindaco. La strada intrapresa è senza ritorno”.
Dopo tre giorni dalla lettera del Ministero dei Beni culturali e dalla seguente risposta della Fiorentina che ha detto chiaramente di non essere interessata al recupero dello stadio, il sindaco Dario Nardella prende pesantemente le redini del gioco annunciando che del recupero dell’impianto di Campo di Marte se ne occuperà direttamente il Comune e rilancia la palla direttamente nel campo del patron Viola Rocco Commisso che con questa mossa inattesa sembra essere finito in un angolo. Perché a questo punto le strade da percorrere per il tycoon italo-americano sono fondamentalmente due: decidere di proseguire con la sua idea di realizzare uno stadio completamente nuovo in un altro comune (l’opzione Campi Bisenzio), rischiando però di alienarsi le simpatie di tutta una città dopo l’uscita assolutamente non prevista del primo cittadino fiorentino, oppure collaborare con il Comune in nome di una ritrovata unione di intenti all’insegna proprio del restyling del Vecchio Comunale.
“Per la prima volta – ha detto Nardella – abbiamo nero su bianco cosa si può fare e cosa no al Franchi: non ci si limita a dichiarazioni, veline, supposizioni. Ci sono gli atti ufficiali”. Ma come muoversi dunque e soprattutto in quali tempi? Innanzitutto con un concorso internazionale di idee, al quale saranno chiamati architetti e società di livello, che definisca non solo il restauro dello stadio ma anche la riqualificazione di tutta l’area di Campo di Marte. Poi per quanto riguarda i tempi si procederà a fasi: una prima avrà inizio già a febbraio con i lavori per la messa in sicurezza statica con un costo di 300mila euro a cui seguirà un ulteriore intervento a settembre per un milione di euro. Il tutto per restituire il Franchi senza criticità. L’anno prossimo invece saranno 7 i milioni investiti nel miglioramento sismico della struttura e verranno trovati nel nuovo bilancio.
La seconda fase sarà quella del restyling vero e proprio con il concorso di idee strutturato in due parti (prima si seleziona un gruppo di “finalisti”, poi il vincitore), le procedure di gara e l’affidamento dei lavori che Palazzo Vecchio pensa di poter effettuare entro il 2023 per far iniziare le opere vere e proprie in concomitanza con la fine del secondo mandato Nardella nel 2024. Il tutto per un importo totale stimato superiore ai 100 milioni di euro. “Nessun costo ci sarà per i fiorentini – assicura il sindaco – perché le rate saranno pagate dall’affitto dello stesso Franchi” (che verrà aumentato ndr), “da quello degli spazi commerciali che verranno realizzati (previsti sia accanto al Franchi ma anche nell’area) ma senza togliere neanche un metro quadro di verde al quartiere”. L’idea è quella di accedere ai mutui a tasso zero possibili per gli enti locali di Banca europea degli investimenti, Credito sportivo o Cassa depositi e prestiti.
Basterà a convincere Commisso a non trasferire da un’altra parte la casa della Viola per le partite interne? Nardella il problema non se lo pone e ribadisce che “noi realizziamo il nuovo Franchi, non intendo prevedere altre funzioni. Se la attuale proprietà della Fiorentina andrà altrove, non mi metto di traverso. La Fiorentina è libera di realizzare lo stadio a Campi o altrove. Ma comunque il Franchi non può essere lasciato abbandonato”. Aggiungendo un attimo dopo che i rapporti con la Fiorentina sono comunque buoni, anche se al di là delle parole una certa irritazione continua a comparire. “Io – conclude – non devo convincere nessuno: ho l’obbligo di mettere in sicurezza il Franchi e di farlo vivere assieme al quartiere”. L’ultima battuta, al veleno, è per gli architetti che in questi giorni hanno firmato appelli per salvare il Franchi: “Li invito a mettere una firma anche sotto un progetto”.