E alla direzione del Pd ribadisce la “necessità per il partito di ritrovare la propria identità e la propria forza a partire dai territori“
“Con Renzi abbiamo condiviso tante battaglie, però adesso andiamo avanti ognuno per la propria strada”. Così il sindaco di Firenze Dario Nardella prima di varcare la porta del Nazareno a Roma per assistere alla direzione del Pd, la prima convocata dal segretario Nicola Zingaretti dopo la scissione di Matteo Renzi e la conseguente nascita del suo nuovo partito Italia Viva.
Alla domanda se dei renziani rimasti nel Pd ci si debba fidare risponde secco: “Queste – dice – sono stupidaggini che non le pensa nessuno. Ognuno ha fatto una scelta in modo trasparente ed è responsabile della scelta che ha fatto. Nel Pd non ci sono iscritti di serie A e iscritti di serie B, e neppure dirigenti di serie A e di serie B. Abbiamo tutti un ruolo. C’è chi ha scelto di rimanere e chi di andare via. Smettiamola con questa storia di insinuare che qualcuno stia con un piede da una parte e con l’altro dall’altra”.
Dal punto di visto politico poi secondo Nardella per Conte non cambierà niente: “Invece di avere due interlocutori ne avrà tre”. Subito dopo l’intervento il sindaco sottolinea ancora meglio il suo pensiero: “Sono stato chiaro e lo ribadisco: il Pd deve ritrovare la propria identità e la propria forza a partire dai territori. Confrontiamoci con i cittadini sulle idee, dall’ambiente all’economia circolare, alla sicurezza”.