Il sindaco sposa la linea della sobrietà dettata dal Premier Giuseppe Conte, ma se le condizioni lo consentiranno invita a comprare “fiorentino” per dare una boccata d’ossigeno alle attività commerciali. Opposizioni all’attacco
“Niente feste, niente cenoni, né occasioni di assembramento o di raggruppamento anche in luoghi privati: potrebbe essere devastante e vanificare tutto lo sforzo che stiamo facendo ora”.
E’ un Natale sobrio e con dei limiti quello che prefigura il sindaco Dario Nardella, sulla scia di quanto già dichiarato dal premier Giuseppe Conte. Intervistato da Sky Tg24 il primo cittadino fiorentino immaginando lo scenario che si sta materializzando in questi giorni riguardo alle prossime festività, riprende quanto già detto in precedenza come una sorta di mantra: “Non posiamo ripetere l’errore di questa estate – sottolinea -. Un Natale normale vorrebbe dire un’altra ondata di contagi, anche se stanno per arrivare i vaccini”.
Sul piatto però c’è anche il tema dello shopping natalizio, letto da più parti come un’occasione, forse quella più importante se non l’unica, per far ripartire i consumi e dare una boccata di ossigeno agli esercenti la cui sopravvivenza continua a rimanere fortemente a rischio. Nardella si augura che la Toscana torni presto in fascia arancione, forse già dalla metà di dicembre, e che gli esercizi riaprano. Per questo lancia un nuovo appello ai cittadini invitandoli a “comprare fiorentino nei nostri negozi e botteghe, se ci sarà consentito. Lo shopping dovrà essere rispettoso del distanziamento, dell’uso delle mascherine e molto moderato: faremo di tutto, ora, per applicare al meglio le regole della zona rossa in modo da poter sperare di uscirne prima delle feste. Se questo sarà possibile le attività commerciali potranno riaprire nella loro totalità, cercheremo di dargli un po’ di respiro. Sempre però facendo attenzione al contagio”.
E fioccano anche le prime reazioni politiche. Federico Bussolin, capogruppo Lega Salvini a Palazzo Vecchio, la butta sull’ironico tranquillizzando Nardella sul fatto che “non lo inviterò al pranzo natalizio”: ma annuncia anche per lunedì in Consiglio una domanda di attualità in cui il Carroccio chiede al primo cittadino di fare un passo indietro rispetto alla cosiddetta “ordinanza dei 50 metri”. “Anziché provocare la chiusura dei bar – dice Bussolin – lo inviteremo a supportare i gestori nel sopravvivere a questo dramma”.
Jacopo Cellai (Forza Italia) invece sposta il punto sull’affollamento riscontrato ieri sulla T1 della tramvia nel tratto Villa Costanza – Aldo Moro dovuto, pare, a un guasto tecnico. “E’ bastato un piccolo problema – commenta causticamente – per mandare in tilt il traffico della tramvia fiorentina creando non solo ritardi e corse saltate, ma anche assembramenti di persone su alcune vetture, alla faccia della sicurezza. Eravamo stati facili profeti nel sottolineare la necessità di raddoppiare le corse, a vantaggio della sicurezza dei pendolari e dell’efficienza del servizio, visto che l’ultimo Dpcm aveva ridotto del 50% la capienza sui mezzi. Chiediamo al Sindaco di intervenire urgentemente e di incalzare la Regione su questa materia decisamente più attuale e più importante della prevenzione del panettone di Natale e del cappuccino da consumare a 50 metri dall’ingresso dei bar”.