Fino al prossimo Marzo sarà possibile visitare a Palazzo Pitti “Dall’Inferno all’Empireo”, la mostra che fa vedere un aspetto poco conosciuto ma molto importante del Sommo Poeta: come anche il suo rapporto con la cultura islamica
Scienza e poesia si fondono nella Divina Commedia. Per la prima volta a “Dante scienziato” viene dedicata una mostra che fa leva sulla dimensione visuale evocata dai versi del Sommo Poeta. E’ “Dall’Inferno all’Empireo”, l’evento inaugurato oggi a Palazzo Pitti che sarà visitabile fino al prossimo marzo.
La mostra inquadra le competenze scientifiche di Dante nella cultura del suo tempo, tracciando il profilo dell’Alighieri come medico, abbachista, geométra, ‘geologo’ e cosmografo. I passi della Commedia, del Convivio e della Questio de aqua et terra sono illustrati attraverso l’esposizione di opere artistiche, manoscritti, disegni, incisioni, mappe del mondo e strumenti scientifici modelli tridimensionali e prodotti multimediali che illustrano il sistema cosmologico, la geografia fisica e la geografia spirituale delle opere dantesche. “Dante – sottolinea il curatore della mostra Filippo Camerota – non fu propriamente uno scienziato. Usò la scienza come elemento strutturale dell’invenzione poetica e subordinò la verità scientifica alle esigenze narrative. Ma è proprio questo elemento strutturale a rendere credibile il racconto cosmografico; un racconto che mette in scena il rapporto inestricabile tra mondo materiale e mondo spirituale”. Particolare risalto poi viene dato al rapporto con la cultura islamica che chiaramente interessava il Sommo Poeta, profondo conoscitore della filosofia di Averroè, della scienza medica di Avicenna, e dell’opera astronomica di Al-Farghani. Dal Kitāb fī ģiawām i’‘ilm an-nuģiūm di Al-Farghani – noto in Occidente come Liber de aggregationibus scientiae stellarum nella traduzione latina di Gherardo da Cremona – derivano quasi tutte le informazioni astronomiche dell’Alighieri.
Il percorso espositivo è scandito da tre sale che rappresentano le cantiche della Commedia. Nella prima, Inferno, il visitatore si trova immerso nelle viscere della Terra; alzando lo sguardo verso la copertura a cupola vede le terre emerse dall’interno, vale a dire dal punto di vista di Lucifero, il cui immenso corpo sta sospeso al vertice della grande voragine conica che ospita le anime dei dannati. Nel Purgatorio, la sala è coperta dal cielo stellato dell’emisfero australe, là dove Dante immagina di trovarsi una volta uscito «a riveder le stelle». Nell’ultima, Paradiso, il visitatore si trova sospeso tra il mondo materiale, riprodotto sul pavimento secondo il sistema tolemaico, e il mondo spirituale, rappresentato sulla cupola dalle schiere angeliche che ruotano vorticosamente intorno al punto luminosissimo da cui tutto ha origine e verso cui tutto è proteso. “Questa mostra – aggiunge Roberto Ferrari, Direttore Esecutivo del Museo Galileo offre ai visitatori l’opportunità di confrontarsi con aspetti della Commedia meno conosciuti e di sicuro interesse, anche per apprezzare la distanza tra narrazione e conoscenza scientifica; ricostruire poi i legami che univano Dante e la cultura del suo tempo permette anche oggi di ribadire l’importanza di riconoscere anche in un’opera eccezionale l’impronta di una avventura del pensiero collettiva, un ‘itinerario della mente’ che in questo percorso originale di mostra riunisce contributi di una comunità di studiosi di assoluto rilievo”.
Un video prodotto da Infini.to-Planetario di Torino per l’Agenzia Spaziale Italiana mette a confronto il mondo di Dante con le moderne esplorazioni del Sistema Solare e due proiezioni multimediali immersive prodotte da camerAnebbia, trasportano i visitatori all’interno delle straordinarie miniature di un prezioso manoscritto della Commedia conservato alla British Library e possono rivivere l’esperienza del viaggio cosmico nell’infinito intrapreso dal Poeta.