La possibilità rilanciata dal ministro Franceschini intervenuto al convegno on “More museum”. Boboli e i Musei civici già pronti. Nardella: “Cultura leva per una nuova ripartenza”
Musei e mostre potrebbero essere riaperti dal 18 gennaio nelle regioni gialle. Non ancora una promessa o una certezza, ma una ipotesi che potrebbe portare al tanto atteso semaforo verde almeno nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. A dirlo è stato oggi il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini intervenuto al convegno on line ‘More museum. Il futuro dei musei tra crisi e rinascita, cambiamento e nuovi scenari’ che si è svolto a Firenze.
“Nel Dpcm che chiuderemo nella giornata di oggi – ha aggiunto – proporrò che sia introdotta la riapertura dei musei e delle mostre nelle zone gialle. Naturalmente tutto dovrà avvenire in modalità di sicurezza, come quest’estate, con gli obblighi di indossare le mascherine, mantenere il distanziamento, il contingentamento e con prenotazioni e bigliettazione elettronica per evitare le file. È un primo passo, un piccolo passo verso la ripartenza”.
L’evento, organizzato da Comune, Muse e Museo Novecento, e dedicato alla storica dell’arte Lara Vinca Masini scomparsa pochi giorni fa, ha coinvolto oltre Franceschini una quarantina di direttori e responsabili di musei e istituzioni culturali in Italia. “La cultura non è un ornamento – ha sottolineato il sindaco di Firenze Dario Nardella aprendo i lavori – ma qualcosa di sedimentato, di innato, di profondamente connaturato all’uomo e proprio dalla cultura occorre ripartire per una nuova vita dopo la pandemia. Deve essere una leva per una nuova ripartenza, la base di un’intera progettualità che abbia a cuore un nuovo modello di sviluppo umano reso urgente dall’incrinarsi del mondo come l’abbiamo conosciuto”.
Nuovo sviluppo che per il primo cittadino fiorentino significa un nuovo modello di fruizione museale abituando di nuovo il pubblico a una visione di un’opera d’arte dal vivo e non mediata da uno schermo come purtroppo avvenuto in questi lunghissimi mesi di chiusura. E questo vale non soltanto per i musei, ma anche per tutti gli ambiti culturali: dal teatro al cinema, dai concerti agli spettacoli. “La cultura – ha concluso – deve dare risposte profonde in una visione strategica ed etica, altrimenti come supereremo questo trauma collettivo, come parleremo alle nuove generazioni? Dobbiamo andare oltre i confini delle politiche convenzionali, dobbiamo coinvolgere università, centri di ricerca, istituzioni culturali, intellettuali. La cultura deve davvero permeare tutti i progetti di rinascita”.
Pronto all’ipotesi della riapertura dei musei civici già da lunedì prossimo l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi: “Dovremo ripensare le istituzioni culturali, musei in primis: devono avere un approccio circolare, cambiare pelle e mettersi a disposizione della società. Lo abbiamo fatto per esempio aprendo il teatro della Pergola alla scuola, lo faremo mettendo a disposizione i musei civici per le vaccinazioni, se necessario. I musei devono sempre più essere parte della nostra vita, della nostra educazione, della nostra società”. E come lui il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Scmhidt, almeno per quanto riguarda il Giardino di Boboli. “Poi le altre realtà museali – precisa – sono più complesse, ci sono tempi tecnici e anche amministrativi per riprendere le aperture”.