Per il vulcanico artista il nostro Paese non sa sfruttare economicamente le potenzialità che gli vengono dal possedere così tanta bellezza artistica. E del direttore Schmidt dice: “E’ molto più italiano lui di tanti italiani perché rispetta l’arte, la valorizza e fa funzionare bene un luogo bello come questo”
“L’Italia ha il problema di dover conoscere la sua stessa bellezza, il suo stesso patrimonio artistico. Non lo sfrutta manco economicamente. Allora per questo ci sono gli stranieri: loro lo conoscono invece il valore che abbiamo, lo sanno. E infatti gli americani vengono in Italia solo ed esclusivamente per l’arte”. Parola di Marco Castoldi, in arte Morgan, dopo il concerto live con Andy ex compagno ai tempi dei Bluvertigo And che ha accompagnato la consegna dell’autoritratto di Marco Lodola agli Uffizi (https://www.lamartinelladifirenze.it/agli-uffizi-donazione-a-tempo-di-rock/).
“Siamo agli Uffizi ma il problema è come siamo agli Uffizi – ha aggiunto il vulcanico protagonista di tanti concerti e adesso anche di Ballando con le Stelle -. E’ meraviglioso soprattutto perché non conoscevo il direttore della Galleria Eike Schmidt. Mi è piaciuto molto il suo atteggiamento nei confronti della funzionalità di questo luogo. Non tanto l’arte moderna oppure l’arte antica, faccio un discorso di mettere al lavoro questo luogo di farlo funzionare, di far si che rida che sia attivo, che non ci siano stanze chiuse dove non ‘è la gente, dove non ci sono idee, non ci sono eventi. Allora questo evento, come un altro o come ne sono già stati fatti prima sono vitali. Mettono in moto questo luogo, perché questo è un luogo della vita. L’arte. L’arte è vita: l’Italia ha il problema di dover conoscere la sua stessa bellezza, il suo stesso patrimonio artistico. Non lo sfrutta manco economicamente. Dovremmo essere la più grande potenza del mondo con tutta l’arte che possediamo ma se solo potessimo darle il valore che ha. Allora per questo ci sono gli stranieri: loro lo conoscono invece il valore che abbiamo, lo sanno. E infatti gli americani vengono in Italia solo ed esclusivamente per l’arte. Noi crediamo di essere qualcosa che non siamo e non sappiamo cosa siamo. Siamo la patria dell’arte per cui chi rispetta, valorizza, fa funzionare un luogo come questo è, come diceva anche Vittorio Sgarbi, molto più italiano lui di tanti italiani”.
Emozionatissima Gigliola Cinquetti, Madonna del Presepe Pop di Lodola con i protagonisti della canzone italiana (San Giuseppe aveva i tratti di Lucio Dalla con l’immancabile clarinetto in mano) che l’anno scorso ha illuminato il museo durante il periodo natalizio: ha duettato con Morgan in “Non ho l’età” e nella bellissima e struggente “Arrivederci di Umberto Bindi. “Sono stata ovviamente emozionata – ha detto -. Quando poi ho visto l’opera e questa immagine che è quello che gli altri colgono di me, abbracciata a una chitarra, questo mi ha toccato nel profondo: questo unire l’arte visiva alla musica e poi la chitarra come un bambino tenuto in braccio. Bello, bellissimo, troppo bello. Sono piena di entusiasmo perché sono venuta nella città più bella del mondo, agli Uffizi. Faccio i complimenti a Schmidt perché la scelta di valorizzare un artista come Lodola va verso il significato vero dell’arte che è la popolarità”.