Due appuntamenti da non perdere al Saloncino Paolo Poli e al Teatro di Rifredi: il romanzo di Hesse per la prima volta diventa spettacolo, un’antica tradizione meridionale invece è lo spunto per una riflessione sulla vita e sulla morte
Due appuntamenti assolutamente da non perdere nella stagione teatrale fiorentina appena avviata. Dal 3 al 6 novembre al Saloncino ‘Paolo Poli’ del Teatro della Pergola (giovedì ore 19; venerdì, sabato, ore 21; domenica, ore 16) il romanzo Siddhartha di Hermann Hesse per la prima volta in Italia diventa spettacolo teatrale, grazie all’idea progettuale di Manuele Morgese, direttore della Compagnia Teatrozeta, qui nel duplice ruolo di attore e di regista. Mariano Rigillo, maestro e interprete d’eccezione, è il “deus ex machina” che guida le fila della rappresentazione per assurgere a protagonista nel ruolo del Barcaiolo, simbolo della spiritualità universale narrata da Hesse. In scena Riccardo Feola, nel ruolo dell’amico fedele Govinda, e Sara Adami in Kamala, maestra d’amore. Dialoghi e narrazione si alternano nel profondo rispetto del messaggio dell’autore, con l’obiettivo di condurre lo spettatore a una vera e propria rilettura della storia, attraverso un’osmosi linguistica multimediale, tra teatro e audiovisivo, tra musica e danza, tra prosa e visual art.
La narrazione, vera protagonista, torna di frequente, come se lo spettatore sfogliasse, a una a una, le pagine dei dodici capitoli del libro e si fonde al contesto delle creazioni video e animazioni realizzate da Cosimo Brunetti su un enorme fondale trasparente che fa da diaframma alle azioni e alle suggestioni sceniche dei personaggi. La regia immagina un’alternanza tra la bidimensionalità dei video e la tridimensionalità degli attori: parte dei personaggi sono disegni animati e interagiscono con gli altri in carne e ossa. Pensato come meccanismo teatrale multidisciplinare, lo spettacolo mette in scena la storia di un uomo, che è storia di tutti gli uomini, la storia dell’autore – narratore, storia dell’uomo, di ieri e di oggi, alle prese con i mille dubbi che la vita rivela; storia degli uomini – bambini di cui Siddhartha vede e deride gli affanni, gli amori, le passioni, i dubbi, il vivere quotidiano, l’attaccamento al denaro.
Il 4 e 5 novembre (ore 21), dopo il successo riscosso al Festival D’Avignon 2021, al Teatro di Rifredi torna Emma Dante con il suo nuovo spettacolo in prima regionale, Pupo di Zucchero, che vede protagonista Carmine Maringola supportato in scena da alcuni esponenti della Compagnia Sud Costa Occidentale: Nancy Trabona, Maria Sgro, Federica Greco, Sandro Maria Campagna, Giuseppe Lino, Stephanie Taillandier, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Martina Caracappa, Valter Sarzi Sartori.
Impastando una fiaba del Cunto de li cunti di Giambattista Basile assieme a un’antica tradizione meridionale, Emma Dante crea il suo pupo di zucchero: il dolce da offrire ai defunti, venuti a trovare coloro che sono rimasti, nella notte del 2 novembre. Una celebrazione dei morti che si trasforma in una festa della vita, narrando la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine della sua esistenza, invita a cena tutti i defunti della famiglia.
Sul palcoscenico fanno allora il loro ingresso mammina, una vecchia dal core tremmolante; il giovane padre disperso in mare; le sorelle Rosa, Primula e Viola “tre ciuri c’addorano ‘e primmavera”; Pedro dalla Spagna, che si strugge d’amore per Viola; zio Antonio e zia Rita, che s’abboffavano ‘e mazzate; Pasqualino, il figlio adottivo. Dieci sculture create da Cesare Inzerillo mostrano il corpo osceno della morte. La morte non è un tabù, non è scandalosa: ciò che il Vecchio vede e mostra è una parte inscindibile della sua vita, legata alla nostalgia per quei morti che appaiono nei costumi della stessa Emma Dante, sotto le luci di Cristian Zucaro, e si animano colorando la scena, raccontando ognuno il proprio vissuto. Pupo di zucchero non può che intenerire.
Le Foto di Pupo di Zucchero sono di Ivan Nocera