Questa mattina il sopralluogo dell’assessore all’ambiente Cecilia Del Re, accompagnata dal presidente di Silfi Matteo Casanovi, quello di Publiacqua Lorenzo Perra e quello del Quartiere 5 Cristiano Balli, in piazza della Vittoria riqualificata e di nuovo aperta al pubblico. Qui di seguito ospitiamo l’intervento di Deanna Sardi, portavoce dell’omonima associazione di residenti che in questi mesi ha condotto una strenua lotta contro l’abbattimento dei pini nella piazza riuscendo a salvarne 11
di DEANNA SARDI
Piazza della Vittoria. Ieri hanno tolto le transenne. Oggi sabato 6 marzo l’amministrazione ha inaugurato la Piazza “riqualificata”, senza alcun preavviso o pubblicità e con la presenza dell’Assessore Cecilia Del Re e del presidente del Q5. Gli abitanti ne hanno avuto notizia dal bar della Piazza. Così come avvenne per la presentazione del vecchio progetto del 2017 che ebbe luogo a luglio al Liceo Dante, a ottobre al Teatro del Romito. Anche allora fu il solito bar a informare gli abitanti.
Se non ci fossero stati questi due precedenti, tale segretezza potrebbe in questo momento essere giustificata dalle misure sanitarie contro l’epidemia, anche se all’aperto tali misure sembrano superflue e anche se i parchi sono aperti al pubblico e sono anche molto frequentati. Viene da pensare quindi che il non coinvolgimento degli abitanti e neppure dei consiglieri di quartiere, che ripetutamente hanno chiesto la data, abbia ragioni diverse che derivano da problemi di consenso. La Piazza è un argomento caldo per l’amministrazione. Una inaugurazione alla chetichella vuol dire non avere contestazioni immediate e poter apparire sulla stampa del giorno dopo, con la versione ufficiale che magnifica la bellezza degli interventi e il coinvolgimento costante dei cittadini nella gestione del verde (vedi legge 10/2013) , cioè una immagine positiva, edificante e autoreferenziale. Che fine ha fatto la normativa nazionale sulla sussidiarietà, coinvolgimento, partnership, accessibilità alle informazioni pubbliche?
A prova di ciò l’assessore è apparsa 10 minuti per rilasciare una intervista a una emittente locale, voltando le spalle alla Piazza e ai cittadini presenti e poi se ne è andata frettolosamente. Non è stato possibile quindi avere un più che rispettoso scambio con lei da parte delle persone che insieme all’Associazione Piazza della Vittoria erano presenti in atteggiamento composto, limitandosi a esporre immagini sulla tematica alberi uguale salute.
Purtroppo come Associazione Piazza della Vittoria abbiamo vissuto l’esperienza della riqualificazione (quando sarebbe stato più appropriato ricorrere ad un restauro conservativo in quanto piazza tutelata), in modo molto drammatico, soprattutto per l’atteggiamento dirigistico e poco partecipativo del comune che ha optato, dopo molte lotte a grande impegno dei cittadini, per ripiantare la specie storicizzata, cioè i pini domestici, al posto di peri cinesi e altre specie tropicali, previsti nel progetto del 2017, ma solo in numero ridotto della metà: 68 rispetto ai 120 originari e solo dopo aver abbattuto in modo ingiustificato prima sei magnifici pini il 16 agosto 2019, poi altri 22 il 17 febbraio 2020 e altri 2 pini poche settimane fa. Adesso sono rimasti 11 esemplari, ma per quanto? Quando risentiremo il rumore delle motoseghe che è diventato così frequente in città?
La storia di tale riqualificazione è abbastanza conosciuta e non ci vogliamo ripetere. Facciamo qui però alcuni appunti che avremmo voluto poter condividere con l’amministrazione, se ciò fosse stato possibile.
1. La pista ciclabile. Sembra inappropriata e forse non autorizzabile e probabilmente unico esempio a Firenze una pista ciclabile che attraversa la Piazza, senza disegnare un percorso preciso, per connettere via Ruffini con Via Abba, dove la pista peraltro muore, quando uno dei marciapiedi che perimetrano la Piazza poteva essere adibito allo stesso scopo. La pista ciclabile e il passaggio delle moto, come avveniva prima del cantiere, è estremamente pericoloso per i frequentatori della Piazza: prevalentemente anziani e bambini. Su tale punto è stata fatta anche un’interrogazione la cui risposta lapidaria è stata: abbiamo previsto un percorso misto pedoni/bici e non si torna indietro.
2. Come si è già notato in varie comunicazioni rivolte all’assessore Del Re e alla stampa, il mantenere a verde il prato all’inglese mediante irrigazione programmata, nuocerà profondamente allo sviluppo sano dei pini che hanno bisogno di acqua solo i primi due anni di impianto, mentre successivamente è sufficiente la pioggia. Spesa inutile e dannosa anche la costruzione di un pozzo per alimentare l’impianto;
3. Nella Piazza rinnovata stonano visibilmente le due edicole del fioraio e del giornalaio, in quanto strutture costruite in altri tempi, quando i permessi venivano dati con più facilità. Oltre a ciò non sembra che i gestori abbiano mai apportato loro migliorie e quindi appaiono oggi assolutamente indecorose. Oltretutto entrambe estendono la propria merce occupando spazio che non appartiene loro, usando la sede anche come parcheggio di bici e motorino;
4 Peggiora il problema dei cani, che potranno usufruire del prato verde per i loro bisogni, non sempre raccolti dai loro proprietari, quando attrezzando a questo ruolo il pianoro lungo il Mugnone si poteva destinare la Piazza al prevalente uso delle persone (l’Associazione aveva presentato al quartiere un progetto di recupero del lungotorrente come spazio verde di collegamento fra la Piazza e il Giardino dell’Orticultura, a cui le autorità preposte non hanno mai dato riposta e che prevedeva anche uno spazio cani attrezzato con fontanello e panchine).
5. Infine il problema dei cassonetti posti su tutto il perimetro, che non sono certo una vista edificante ci auguriamo che venga risolto con il porta a porta.