L’associazione presenta le sue proposte per Viale Redi: sospendere i prossimi tagli, chiudere le intersezioni lungo l’aiuola e piantare 26 nuovi pini. “Da dieci mesi chiediamo un confronto, ma solo silenzio”
Sospendere le prossime operazioni di taglio e organizzare un tavolo di confronto, oltre a un’audizione con la commissione ambiente, per presentare tutta la documentazione fin qui prodotta: compresa la proposta di chiudere le intersezioni lungo l’aiuola spartitraffico e di impiantare 26 nuovi pini per portare a 78 il totale di quelli presenti. Insomma un vera e propria alternativa al piano proposto dal Comune che racchiude anche un invito pressante: “Fermatevi, siete in tempo e salvate i pini”.
Italia Nostra ha presentato ieri nel corso di una conferenza stampa le sue proposte per la salvaguardia di Viale Redi. Proposte che comporterebbero anche un risparmio di quasi 2 milioni di euro insieme al mantenimento della siepe di pitosforo che ha la funzione importantissima per il traffico di evitare che i fari delle auto si incrocino durante i transiti notturni in un senso e nell’altro del viale mettendo così a rischio sicurezza i conducenti delle auto. Dietro il progetto l’architetto Massimo De Vico Fallani, Mario Bencivenni vice presidente di Italia Nostra Firenze, Gilberto De Giusti architetto restauratore di giardini e paesaggio, il tecnico Paolo Basetti e Leonardo Rombai professore universitario storico esponente della associazione di tutela del patrimonio naturale e culturale. “Non sono stati i pini a danneggiare pozzetti e caditoie come sostiene il Comune – dicono in coro -. La colpa è invece della mancata manutenzione. E non c’entra nemmeno l’asfalto sollevato dalle radici. La nostra idea si concentra sulla sistemazione a verde della aiuola centrale di viale Redi chiudendola nelle intersezioni per scongiurare le inversioni di carreggiata che risultano pericolose. Dimostriamo che a differenza di quanto sostiene la Giunta esiste la possibilità di mantenere i pini adulti esistenti, di mettere a dimora gli esemplari che dal 2010 sono venuti meno e di completare con la stessa tipologia di aiuola anche i punti di intersezione col viale oggi chiusi con blocchi di cemento per impedire l’inversione dei mezzi nei punti non regolati da semafori”.
Invece, secondo Italia Nostra, “Il Comune pianterà delle erbacee perenni e così la funzione del pitosforo verrà meno insieme a quella di assorbire le polveri sottili” prodotte da traffico e inquinamento in uno dei viale di accesso e uscita dalla città ancora oggi fortemente utilizzato. Quanto alla possibilità poi di una eventuale nidificazione e su tutte le modalità di esecuzione del “blitz” del 4 giugno scorso che ha portato all’abbattimento 17 pini interessati, Italia Nostra ha le idee anche più chiare. “La verifica – spiegano – doveva essere effettuata prima dell’avvio della procedura di cantierizzazione. Invece è stata effettuata sei ore prima dell’inizio dei lavori e il giorno dopo l’esposto presentato il 1 maggio ai Carabinieri Forestali. Gli alberi si trovano in classe C e il 51% è stato classificato come rischio 7: significa che il pino è in una realtà frequentata, non un rischio connesso alla debolezza strutturale ma alla collocazione. Il taglio è stato in una notte festiva, senza comunicazione, sfruttando il divieto di pulizia delle strade. Non è stato effettuato da una ditta appaltatrice, ma da operatori del Comune. Vogliamo capire se il personale precettato per l’abbattimento avesse i requisiti per farlo. Da dieci mesi chiediamo un confronto e di essere ascoltati dall’amministrazione ma a tutt’oggi è stato solo silenzio”.