Nel giorno in cui Wanda Ferragamo avrebbe compiuto 100 anni, a Palazzo Vecchio è stato sistemato un totem in cui è riprodotta la lettera di commiato dalla città dell’imprenditrice letta al funerale nell’ottobre di tre anni fa
Da ieri, giorno in cui avrebbe compiuto 100 anni, un totem con le parole di Wanda Ferragamo scritte in una lettera rivolta “a Firenze” per un ultimo saluto, è posizionato nel Cortile della Dogana di Palazzo Vecchio. All’inaugurazione erano presenti il sindaco Dario Nardella, la famiglia Ferragamo e il prefetto Valerio Valenti. La lettera è riportata in italiano e in inglese, fu scritta come una sorta di commiato dalla città e fu letta al funerale, nell’ottobre 2018.
“Firenze – queste le parole di Wanda Ferragamo – anche a te devo il mio ultimo saluto […] la tua bellezza nell’arte, nella tradizione artigianale, nei tuoi colli, nelle tue inconfondibili tradizioni di umanesimo e di civiltà, hanno influenzato e arricchito il mio spirito […] vorrei che tutti, sia i Fiorentini che i visitatori, sentissero in profondità i tuoi veri valori […] dalla mia terrazza, da dove ti ammiro da 70 anni, ti abbraccio nella tua interezza e ti auguro di mantenerti sempre la preziosa gemma della nostra adorata Italia”.
“Queste preziose parole – commenta il sindaco Nardella – colpiscono nel profondo e sono così cariche di amore vero per la nostra città che ho voluto permettere a tutti di leggerle e meditarle. Ringrazio la famiglia Ferragamo per averci concesso di poterle divulgare: da oggi, varcando i portoni di Palazzo Vecchio, ci sentiremo un po’ più orgogliosi della nostra città”.
“Quest’anno ricorre il centenario della nascita di nostra madre Wanda Miletti Ferragamo – commentano i figli Giovanna, Ferruccio, Leonardo e Massimo -. Dal 1960 fino al 2018, quando è scomparsa, è stata la guida intelligente e solida della Maison Salvatore Ferragamo; una donna che ha saputo perfettamente coniugare le responsabilità familiari con l’impegno nel lavoro e nella società. E’ subentrata e ha saputo portare avanti l’opera di nostro padre Salvatore, che non ha mai avuto paura di innovare e mia madre ha continuato a farlo, fedele ai valori ed ai convincimenti del fondatore. Nostro padre scelse Firenze per farne la propria sede di lavoro e di vita. Quella Firenze che tanto amiamo e alla quale nostra madre era profondamente legata al punto di rivolgere un ultimo riconoscimento attraverso una toccante lettera di commiato che ha chiesto di proprio pugno venisse letta il giorno del suo funerale, gesto d’amore estremo nei confronti di questa meravigliosa città”.