Sinistra Progetto Comune: “O si è detto il falso per anni, o si è scelto di arrendersi unilateralmente”. E Nardella annuncia che nei prossimi giorni incontrerà la proprietà e il farmacista perché “siano presi impegni nell’interesse della storia, del quartiere e della città”
Lo sfratto della storica farmacia Pitti da Piazza San Felice 4/r arriva direttamente sui banchi del Consiglio Comunale grazie a una domanda di attualità che sarà rivolta domani pomeriggio nel corso della seduta ordinaria dell’assemblea civica da Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra Citta Comune.
Con la fine della sospensione degli sfratti causa pandemia la società Palazzo San Felice, proprietaria dell’immobile, ha chiesto agli uffici comunali di dare esecuzione al provvedimento emesso dal Tribunale di Firenze nel 2019 e autorizzato dalla Asl. E il via libera da Palazzo Vecchio è arrivato il 14 febbraio. Tra sei mesi dunque l’ex Spezieria Granducale dovrà chiudere i battenti e bisognerà vedere sei vincoli posti da Ministero e Comune (dovrà andarci comunque sempre una farmacia) potranno essere confermati anche alla luce del ricorso al Tar al quale la società si è rivolta. Il sindaco Dario Nardella, dopo il no-comment di ieri sulla vicenda, ha invece poi fatto sapere di essere pronto con gli assessori Gianassi e Funaro a dare battaglia fino in fondo annunciando anche che nei prossimi giorni incontrerà la proprietà e il farmacista dottor Piero Pacenti perché “siano presi impegni nell’interesse della storia, del quartiere e della città”.
Le dichiarazioni del primo cittadino però non hanno convinto Sinistra Progetto Comune: “Il decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali degli anni ’90 parla chiaro – attaccano Bundu e Palagi, assieme a Tommaso Grassi di Firenze Città Aperta, Giorgio Ridolfi e Francesco Torrigiani -: si tratta di un luogo di interesse importante, da vincolare anche nella sua destinazione. L’atteggiamento della proprietà dell’immobile manca di rispetto al Comune, ma sembra che non ci sia intenzione di reagire, da parte del governo della città. Ha ragione questa società a dire che Palazzo Vecchio ha mandato una raccomandata con indicazioni scorrette all’indirizzo del destinatario, per comunicare un’illegittima decisione di tutelare la farmacia? Ha ragione l’AUSL Toscana Centro a dire che questo sfratto non comporta disagio, contrariamente a quanto ha sempre affermato anche l’Amministrazione? Le persone anziane della zona e chi si serve in una realtà che affonda le radici nei secoli della storia di Firenze non avranno un disservizio evidente? Lunedì chiederemo alla Giunta di assumersi le sue responsabilità e capire se abbia intenzione di fare marcia indietro, per bloccare lo sfratto. A essere in discussione è la credibilità stessa delle istituzioni. O si è detto il falso per anni, illudendo la città, o si è scelto di arrendersi unilateralmente. In ogni caso una sconfitta pesante, a cui occorre rimediare con urgenza”.