Il consigliere di Forza Italia ha presentato un esposto al Tribunale amministrativo nel quale si contesta la legittimità della delibera con cui è stata esclusa la VIA dal progetto. “Così i lavori non possono iniziare”
Illegittima per tre motivi: “l’abrogazione tacita della normativa regionale che delega ai Comuni la competenza ad effettuare verifiche di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale” (sul punto è stata sollevata anche una questione di costituzionalità della norma regionale); “la necessaria separazione tra soggetto proponente e autorità competente a valutare sulla assoggettabilità a VIA del progetto”; “scarsa rilevanza ai rilievi mossi dagli enti preposti alla protezione ambientale, in particolare l’Arpat”.
La delibera di esclusione dalla VIA della linea 3 della Tramvia (o meglio 3.2.1), che in futuro dovrebbe collegare Piazza della Libertà con Bagno a Ripoli, finisce direttamente al Tar della Toscana grazie a un ricorso presentato dal consigliere di Forza Italia Mario Razzanelli. Un documento articolato, di ben 33 cartelle stilate dall’avvocato romano Xavier Santapichi, per dimostrare la necessarietà del processo di Valutazione ambientale sull’intero progetto che invece la Giunta ha scelto di non eseguire.
“Anche volendo ammettere la competenza Comunale – spiega Razzanelli – l’esecutivo avrebbe dovuto operare una netta separazione funzionale tra le figure di proponente e di Autorità competente. Ciò non è stato fatto, rivestendo la stessa Giunta entrambe le qualifiche” e rischiando così di prefigurare un possibile conflitto d’interessi. “La progettazione della Linea 3.2.1. – si legge infatti nel ricorso – è stata quindi ordinata e approvata dalla Giunta, che ha poi reperito i fondi per la realizzazione e ne ha ordinato l’esecuzione; sempre la Giunta ha poi stabilito che il progetto non dovesse andare a VIA”.
Diretta conseguenza dei due primi punti, secondo Razzanelli, è il terzo: la pochissima importanza data ai rilievi mossi e ai pareri contrastanti emersi in fase di istruttoria che, sempre secondo il documento trasmesso al Tar, evidenzierebbero la presenza di impatti negativi e significativi alla cui individuazione mira appunto la Valutazione di Impatto Ambientale. Uno su tutti, e forse quello più clamoroso, la realizzazione di un nuovo ponte sull’Arno a Bellariva destinato al passaggio delle auto dal momento che invece i convogli della tramvia transiterebbero sul ponte da Verrazzano per immettersi poi in via Poggio Bracciolini, raggiungere viale Giannotti e di lì proseguire per Bagno a Ripoli (https://www.lamartinelladifirenze.it/tramvia-ecco-il-tracciato-definitivo-della-linea-3-per-bagno-a-ripoli/) .
Proprio questo è il nodo più controverso perché si è deciso di “non assoggettare alla VIA il progetto definitivo della linea 3.2.1 “a condizione che vengano recepite le modifiche progettuali richieste: nuovo ponte esclusivamente tramviario o se veicolare di impatto paesaggistico equivalente”. Ma, obietta il ricorso, “se invece venisse scelto di cambiarne la destinazione si dovrebbe ridefinire l’intero tracciato tranviario e veicolare dell’area circostante e l’attraversamento del fiume Arno, si dovrebbero prevedere interventi importanti sul ponte di Verazzano con sicure rilevanti ricadute sulla mobilità, sul rumore, sulle vibrazioni e sull’elettromagnetismo, nonché sull’impatto paesaggistico”.
“A nulla vale – conclude Razzanelli – il riferimento all’interesse pubblico sotteso dall’opera, valutazione questa da effettuare proprio in sede di VIA che la Giunta Comunale vuole invece evitare. A riprova di ciò ci sono numerose e rilevanti prescrizioni: come affermato dalla più recente giurisprudenza amministrativa qualora siano poste condizioni o prescrizioni di rilevante entità (qui si arriva addirittura ad imporre la riprogettazione del nuovo ponte di Bellariva giudicato impattante per come presentato) la verifica ambientale è da ritenersi omessa e la delibera viziata. Con questo ricorso al TAR i lavori per l’inizio dei lavori della linea 3.2 della Tramvia non possono iniziare”.