Al Puccini ‘Nel tempo che ci resta’ dedicato alle figure dei due giudici assassinati dalla mafia e alle loro famiglie. Poi ironia, battute brillanti e una commedia ispirata al romanzo “Bouvard e Pécuchet” di Flaubert
Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono 4 figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove sono, qual è la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. È Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato. I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti. Agnese la moglie di Paolo è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito le chiavi a Giovanni e Paolo per capire la mafia dall’interno.
Inizia così “Nel Tempo che ci resta”, testo e regia César Brie, con César Brie – Marco Colombo Bolla Elena D’Agnolo – Rossella Guidotti – Donato Nubile, in scena al Teatro Puccini sabato 18 alle 21 e domenica 19 alle 16.45 (biglietti in vendita nel circuito regionale Box Office/Ticketone. Acquisto on line su www.teatropuccini.it ). Lo spettacolo, frutto di una ricerca durata due anni, è un’elegia e un atto d’amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia. Il racconto della tragedia, che ha segnato le vite dei due magistrati e delle loro famiglie, non tralascia i momenti di luce, di gioia, di ironia: l’amore di Giovanni e Francesca, di Paolo ed Agnese, gli scherzi tra i due amici, la serenità della loro infanzia.
Di tutt’altro genere la proposta del Tuscany Hall per lunedì 20 marzo (ore 21, biglietti da 19,50 a 35 euro, su www.tuscanyhall.it, su www.ticketone.it e nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita). Uno dei volti più apprezzati della nuova comicità italiana, Max Angioni, reduce dai successi di Italia’s Got Talent, Zelig, Le Iene e Lol2, fa tappa a Firenze presentando il suo esilarante show “Miracolato”. Una sferzante ironia anima i monologhi incorniciati nella scena minimalista di questo show, in cui il comico racconta un condensato delle proprie esperienze: dalle conversazioni ai tempi dei social, alla sua relazione con lo sport, alla maledizione di arrivare secondo, alle ormai note rivisitazioni dei miracoli. Due ore di puro divertimento in cui si ride senza freni, dal primo all’ultimo istante.
Divertimento assicurato anche al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio dove sabato 18 marzo alle 21 torna “Matrimonio per caso”, la commedia toscana più brillante che vede sul palcoscenico il comico Alessandro Paci nell’insolita veste di attore di prosa insieme a Diletta Oculisti, felice scoperta del panorama toscano (biglietti su www.teatrodante.it).Il lavoro, scritto dallo stesso Paci insieme ad Andrea Bruno Savelli, che ne firma anche la regia, sarà in scena nell’ambito della rassegna dedicata a Andrea Cambi per far riflettere, tra una risata e l’altra, sulle folli dinamiche della coppia moderna.
Dal teatro al cinema infine con Giuseppe Battiston che sabato 18 marzo incontra il pubblico al cinema Astra di piazza Beccaria in occasione della proiezione del suo film “Io vivo altrove” (ore 18 e 21). Si tratta del debutto di Battiston come regista ma nel film veste anche i panni dell’attore. Una commedia sul ritorno alla natura liberamente ispirata al romanzo “Bouvard e Pécuchet” di Flaubert. Biasutti e Perbellini hanno lo stesso nome, Fausto, e odiano entrambi la vita nella grande città. Si conoscono per caso durante una gita per fotoamatori, diventano amici e iniziano a coltivare insieme il sogno di andare a vivere in campagna, mantenendosi con il frutto delle proprie fatiche. Quando Biasutti eredita la vecchia casa della nonna a Valvana, sulle colline del nord est, il sogno può finalmente diventare realtà: l’accoglienza in paese, però, si dimostra meno calorosa del previsto… “Questo film è una fiaba – dice Battiston – Una fiaba contemporanea immaginata e scritta per lavorare insieme. Insieme a Flaubert che per primo, creando questi due personaggi epici nella loro tragica commedia, mi ha fatto venire voglia di raccontarli”.