Nella città maremmana sono già visibili, in piazza Dante, le sei sculture in bronzo dello spezzino naturalizzato fiorentino Sauro Cavallini, scomparso nel 2016, autore tra le tante opere anche della “Fontana della maternità” in Piazza Ferrucci a Firenze. La mostra si chiama “Dinamica” ed è promossa dal Comune di Grosseto, dalla Fondazione Grosseto Cultura e dal Centro Studi Cavallini di Fiesole. L’esposizione terminerà il 30 settembre.
Per la prima volta Grosseto ospita le sculture bronzee di Sauro Cavallini, spezzino di nascita ma naturalizzato fiorentino, scomparso nel 2016. L’esposizione si chiama “Dinamica” ed è ospitata in Piazza Dante nei settecento anni della scomparsa del Sommo Poeta. Sei figure di bronzo slanciate verso il cielo, un messaggio di ottimismo in questo secondo anno di Covid 19 che tanto ostacola la cultura e l’arte.
La mostra è organizzata dal Comune di Grosseto, dalla Fondazione Grosseto Cultura e dal Centro Studi Sauro Cavallini di Fiesole. Curatrice Maria Anna Di Pede, direttrice del Centro Studi fiesolano dedicato allo scultore.
Come ha sottolineato il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna durante la conferenza stampa di presentazione, la volontà dell’amministrazione è quella di rendere l’Arte accessibile a tutti perché sia apprezzabile e possa trasformare le vie della città in una sorta di mostra permanente. In tal senso le statue di Sauro Cavallini – ha sottolineato il Sindaco – rappresentano un “lusso” di cui andare fieri.
Le opere esposte
Sono sei le sculture monumentali in bronzo, realizzate da Sauro Cavallini tra il 1967 ed il 1984. Rappresentano cinque gruppi (quello dei Titani è doppio). Tre opere traggono ispirazione dalla mitologia, le altre due – Amore e Universo e Balletto Multiplo – sono un omaggio che l’artista volle dedicare al più profondo dei sentimenti ed all’armonia assoluta espressa da corpi che danzano nello spazio.
Ecco la presentazione delle opere:
Amore Universo, 1974, bronzo, cm230x350x170
Due figure asessuate si abbracciano teneramente fondendo i loro corpi in un unico essere. Esili e flessuose si muovono nello spazio, si estendono in un sapiente gioco di equilibri e rispondenze che esalta la leggerezza e l’assoluta libertà della composizione. Amore e Universo sono per Cavallini il simbolo di un legame universale indissolubile, di un amore che avvolge il creato e le creature con la stessa straordinaria intensità. Amore come fratellanza, come pace, come condivisione e unione tra i popoli. Tutta la sua opera tende in questa direzione: «Amore ad oltranza – scriveva l’autore tra le sue riflessioni – verso i profondi ideali e il creato».
Balletto Multiplo, 1984, bronzo, cm 260x280x250
Un vivace balletto di gruppo anima la composizione costituita da tre sinuose silhouette che si muovono armoniosamente e, nel rispetto di un serrato gioco di equilibri, si sfiorano, si intrecciano e si dispongono secondo una coreografia che si sviluppa intorno alla figura centrale, sollevata in un agile slancio. La danza è stata una fonte di ispirazione inesauribile per Cavallini che ha realizzato ballerine e figure danzanti atteggiate in un’incredibile varietà di gesti e di pose. Il movimento del corpo in sintonia con la musica è stato a lungo indagato dallo scultore che ha saputo tradurre nel bronzo la leggerezza e l’eleganza di quest’arte con estrema sensibilità.
Centauro, 1967, bronzo, cm 80x338x85
La scultura rappresenta uno dei protagonisti più noti della mitologia greca, un essere mostruoso e fantastico metà uomo e metà cavallo. Ancorato al basamento con le zampe posteriori, il centauro esprime tutta la sua natura ferina nella tensione del corpo che si allunga verso l’alto, fremendo e scalpitando con le zampe anteriori, e nel braccio sinistro alzato e minaccioso. Ispirandosi alle antiche leggende che descrivono i centauri come esseri inclini alla brutalità e alla violenza, lo scultore realizza un’opera in cui la moltiplicazione di gesti, di scatti e di tensioni sembra non avere mai fine. Questa scultura costituì una sfida per Cavallini, una sfida attraverso cui dar vita ad uno scontro ideale tra l’uomo e il centauro, tra la saggezza e l’aggressività.
Icaro, 1983, bronzo, cm 200×220
Figura imponente e straordinariamente plastica, Icaro è colto nell’atto di lanciarsi per spiccare il volo e fuggire dal labirinto che il padre, Dedalo, aveva costruito per rinchiudere il Minotauro. Cavallini lo rappresenta con le braccia aperte che ricordano ali spiegate, con il corpo ricurvo in avanti e la testa china, con la gamba sinistra piegata sul basamento (unico punto di appoggio dell’opera) e con la destra slanciata lateralmente a riprendere il movimento delle braccia. Esempio di libertà e di coraggio, di tenacia e determinazione, la figura di Icaro esprime la capacità dell’uomo di superare i propri limiti e rappresenta per Cavallini il “padre ispiratore di tutti i progressi futuri”.
Titani, 1968, bronzo, cm 60×310 e cm 50×210
I Titani, creature generate da Urano e da Gea e dotate di una forza straordinaria, sono presentati in tutta la loro grandiosità: alti, snelli, con le braccia lungo il corpo o sollevate al cielo, carichi di un’energia interiore trattenuta, ma pronta ad esplodere. Le storie mitologiche, e in particolare i miti greci, sono state un punto di riferimento costante per Cavallini che ispirandosi ai protagonisti di favolose leggende ha realizzato opere cariche di significati simbolici che spesso gli hanno consentito di esprimere i suoi profondi ideali.
INFO MOSTRA
Sauro Cavallini
DINAMICA
Le sculture monumentali di Sauro Cavallini
Mostra personale
Dal 22.03.2021 fino al 30.09.2021
Via e piazza Dante Alighieri, Grosseto
Accesso libero
Tel. +39 335 7877373
art@saurocavallini.it – www.saurocavallini.com
Sauro Cavallini
Attivo per oltre mezzo secolo, Sauro Cavallini ha sempre mostrato una personalità eclettica, confrontandosi con diverse forme di espressione (disegno, pittura, ma soprattutto scultura) e riuscendo a ottenere commissioni prestigiose, così come il privilegio di essere presente con le sue opere in collezioni di elevato spessore come quelle della Città del Vaticano, del Principato di Monaco, del Parlamento Europeo di Strasburgo, nonché amministrazioni pubbliche e importanti istituti bancari. Moltissimi i riconoscimenti ricevuti da Sauro Cavallini in vita, ma dalla sua scomparsa avvenuta nel 2016, si è registrato un sempre maggiore riconoscimento e apprezzamento del suo lavoro mediante l’attenzione particolare della critica e una serie di eventi che hanno dato l’opportunità ad un pubblico sempre più vasto di approfondire la sua opera.
Grazie all’apertura al pubblico del suo atelier sulla collina di Fiesole (FI) nel gennaio 2017, in occasione dell’inaugurazione del Centro Studi a lui intitolato e in presenza dell’allora Presidente del Consiglio Regionale della Toscana (e oggi Presidente della Regione) Eugenio Giani e del Sindaco Anna Ravoni, sono state promosse numerose esposizioni personali del Maestro tra le quali ricordiamo a Fiesole (Fi) “Intrusioni” nel 2017 presso il Museo Archeologico, a Pietrasanta e in Svizzera nel 2018, fino alla grande retrospettiva “Luce e Ombra” inaugurata dal Sindaco di Firenze Dario Nardella che l’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze gli dedicò lo stesso anno oltre ad esser stato insignito, dopo la sua scomparsa, di due premi internazionali (il “Lifetime Achivement Award” alla carriera durante il Visionary Art Show di Lecce e il “Premio internazionale alla carriera Lorenzo il Magnifico” durante la XI edizione della Biennale Internazionale dell’Arte contemporanea a Firenze).
Prosegue quindi il successo di un artista che ha dedicato tutta la sua vita alla realizzazione di opere di grande impatto emotivo e di straordinaria attualità, dove lo studio della forma sia dal punto di vista scultoreo, sia grafico, ha raggiunto livelli altissimi di approfondimento e di conoscenza.