Sarà possibile ammirarle fino al prossimo 21 gennaio. Giani: “La Toscana rende omaggio a uno dei più grandi artisti del Ventesimo secolo”
“Con questa mostra vogliamo rendere omaggio a una dei più grandi artisti del ventesimo secolo”. Con queste parole il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha inaugurato la mostra dedicata a Nino Tirinnanzi, a cento anni dalla sua nascita e nel ventesimo anniversario della morte. La mostra, intitolata “Tante vite e infine una” è ospitata sino al 21 gennaio prossimo nella sale di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione Toscana. “Questa bellissima antologica – ha detto ancora Giani – trova spazio nelle sale del palazzo che abbiamo voluto destinare a una finalità espositiva proprio per sottolineare la centralità che per la Toscana hanno l’arte e la cultura”. Un foltissimo pubblico ha assistito alla vernice, cui hanno partecipato Giovanni Faccenda, curatore della mostra, Maria Chiara Tirinnanzi, nipote dell’artista, e il sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani.
La parabola di vita di Tirinnanzi è infatti iniziata e si è completata proprio nel Chianti. L’artista nasce a Greve l’11 agosto del 1923; di famiglia benestante, studia all’Istituto d’Arte di Firenze fino all’ottobre del 1936, anno in cui conosce Ottone Rosai del quale diviene subito allievo. Insieme al suo maestro, ancora adolescente, frequenta celebri ritrovi di poeti, scrittori ed intellettuali come le “Giubbe Rosse” e il caffè “Paszkowski”, dove conosce, fra gli altri, Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Tommaso Landolfi, Mario Luzi, Elio Vittorini, Alfonso Gatto, Alessandro Parronchi, Vasco Pratolini, Mario Tobino.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, viene chiamato alle armi e inviato a Rodi; durante l’occupazione tedesca dell’isola fugge in Turchia, passa successivamente in Siria, Libano, Palestina, fermandosi in Egitto, dove finalmente si ferma e riesce a riprendere il lavoro sospeso da lungo tempo, fino al rimpatrio nel 1946. Da allora i successi nel campo della pittura e del disegno si susseguono ininterrottamente. Nino Tirinnanzi, infatti, viene invitato a tutte le più importanti rassegne pubbliche; dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale di Roma, al premio “Fiorino” di Firenze.
Del suo soggiorno romano, fra gli anni Sessanta e i primi Settanta, sono le amicizie con Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Elsa Morante e Franco Zeffirelli, nonché la frequentazione dei molti pittori ed intellettuali riuniti al “Caffè Greco”. Per molte estati, presso la sua residenza al Forte dei Marmi, ha come amico il Nobel Eugenio Montale. Ad un suo viaggio a Londra si deve l’incontro con Francis Bacon. Muore a Greve in Chianti il 9 dicembre del 2002.