Alessandro Sorani (Confartigianato) e Matteo Casanovi (Firenze Smart) hanno simbolicamente girato la chiavetta che accende i lampioni nelle strade dal centro alle periferie. “Messaggio di speranza e segno del legame forte tra la città e i suoi artigiani”
Quest’anno l’artigianato “accende” la città a Natale. Un segnale di speranza per il settore, che chiede sostegno e rilancio. Ma anche il sigillo di un legame forte tra i fiorentini e le loro botteghe artigiane. E’ il senso dell’iniziativa messa in campo per la prima volta per le feste da Confartigianato Firenze e Firenze Smart, con il supporto del Comune di Firenze. Nella settimana del Natale è stata infatti Confartigianato ad accendere simbolicamente l’illuminazione pubblica della città. Oggi il presidente fiorentino dell’associazione Alessandro Sorani ha dato il via all’operazione presso la sede di Firenze Smart in via della Robbia, insieme al presidente Matteo Casanovi.
“E’ un grande messaggio di speranza quello dell’artigianato che accende la città. E’ il segno del legame forte tra i fiorentini e le loro botteghe. Ma è anche l’immagine di un settore che richiede attenzione e sostegno proprio nel momento in cui comincia la settimana dello shopping natalizio, decisiva per centinaia di imprese dell’artigianato. Ringraziamo Firenze Smart per il gesto”, dice Alessandro Sorani. Insieme hanno girato la chiavetta che aziona i lampioni e i fari che assicurano la luce nelle strade, nelle piazze e sui marciapiedi, dal centro alle periferie. Di fatto il via all’ultima settimana di shopping, quella natalizia, decisiva per centinaia di piccole aziende artigiane, che scommettono su questi giorni per rilanciarsi dopo un periodo molto complicato. “Firenze Smart – conclude Casanovi – è parte integrante della Firenze odierna: è al fianco della città e lavora per essa. Siamo molto felici di ospitare iniziative come questa degli amici di Confartigianato, con l’augurio che le luci natalizie siano la fine del tunnel del Covid per tutti i cittadini e per tutte le attività commerciali e produttive danneggiate dalla pandemia”.