Si moltiplicano le reazioni all’invasione russa dell’Ucraina. Da stasera Biancone illuminato con i colori della bandiera dello stato dell’Est. Alle 19 a Scandicci il presidio per la pace organizzato da Regione, Anci e Città Metropolitana. Sabato sul Ponte a Santa Trinita il sit-in di Sinistra Progetto Comune
Da stasera la fontana del Nettuno dell’Ammannati sarà illuminata con i colori della bandiera dell’Ucraina, azzurro e giallo, come segno di solidarietà al Paese al centro della crisi internazionale. Firenze risponde così all’invasione del paese dell’Est da parte delle truppe russe su ordine di Vladimir Putin. Anche le Porte storiche della città richiameranno alternativamente gli stessi colori: San Niccolò sarà azzurra; Santa Croce gialla; San Gallo azzurra; Porta al Prato gialla; Porta Romana azzurra; e San Frediano gialla.
Intanto si moltiplicano le reazioni: I Vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, esprimono preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina, e rinnovano la loro vicinanza alle comunità cristiane del Paese. “Accogliendo l’invito di Papa Francesco a vivere il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per la pace, i Vescovi fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra! I Vescovi del Mediterraneo conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace”. Gli alti prelati hanno poi interrotto i lavori del summit nel tardo pomeriggio per potersi recare nella Basilica di Santa Maria Novella per un momento di adorazione eucaristica e di preghiera silenziosa per la pace.
Alle 19 l’appuntamento è in piazza Resistenza a Scandicci con il presidio “Uniti per la pace” organizzato dalla Regione Toscana, dalla Città Metropolitana di Firenze, da Anci Toscana e da Ali Toscana. Saranno presenti il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, il sindaco Metropolitano Dario Nardella e i sindaci dei Comuni della Città Metropolitana. “La pace deve essere il nostro obiettivo – dice il presidente della Regione Eugenio Giani -. Il vento di guerra che sta soffiando alle porte dell’Europa spaventa e va nella direzione opposta a quella della ragionevolezza, dell’accordo, della costruzione che è la cifra della nostra Europa. Dalla Toscana, terra di pace deve giungere un messaggio forte e chiaro che ribadisce la contrarietà alla guerra e l’alt ai carrarmati di Putin. L’occidente su questo deve essere fermo e perseguire la pace a tutti i costi. Insieme ai nostri sindaci la nostra voce è forte”. E il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni aggiunge: “Quello che sta accadendo alle porte dell’Europa è un passo indietro di 70 anni che non possiamo accettare. Costruire un’Europa di pace richiede l’attenzione costante di tutti e i sindaci toscani ribadiscono la loro contrarietà alla guerra e la necessità di sostegno unanime alle scelte che saranno fatte dal Governo italiano”. I sindaci della Città Metropolitana infine sottolineano che “C’è sempre lo spazio per una trattativa se davvero lo si vuole aprire. Se si ha cuore la vita dei figli degli altri come dei propri – perché né gli uni né gli altri sono invulnerabili – si è sempre in tempo a fermarsi. La risposta non è mai nella guerra, nell’attacco armato, nell’illusione di poter dirigere i conflitti come da una cabina di regia che ci porta sullo schermo un terribile spettacolo visto dall’alto, ma senza entrare nella carne, nel cuore, nella mente delle persone. Come Sindaci della Città Metropolitana di Firenze ci rivolgiamo alle autorità russe perché sospendano l’invasione dell’Ucraina, un Paese che ha profonde ferite nella sua storia, e i bombardamenti. Tutti si fermino in presenza di gesti di buona volontà e ascolto. Una grande potenza che si è sentita umiliata dall’aggressività di una parte del mondo che ha puntato ad arricchirsi anche su di lei e ancora di più dopo il 1989 e la fine dell’Unione Sovietica, rischia ora di dissipare un capitale di cultura, amicizia, rispetto che ha sempre legato l’Italia alla Russia e all’Est europeo. Per noi Russia e Ucraina sono Europa e c’è bisogno di tutti per fermare un’involuzione legata ovunque all’accaparramento del risorse e delle fonti energetiche, con disprezzo per la vita umana. Non sarà un’altra guerra a risolverla, semmai l’approfondirà”.
No alla guerra come soluzione anche per Sinistra Progetto Comune che sabato organizza un presidio su ponte Santa Trìnita a, alle 10, per la manifestazione della pace e salutando ogni iniziativa che recupera la pratica dell’esposizione delle bandiere contro la guerra. “Dobbiamo dare forza ai movimenti che dal basso chiedono di porre fine alla violenza – dicono Antonella Bundu e Dmitrij Palagi -. Pretendere la fine del patto atlantico e chiedere una posizione autonoma dei nostri paesi. Nelle istituzioni è per questo urgente rendersi conto di quanto la politica abbia perso centralità e forza. Ci riguarda tutte e tutti, a ogni livello”.