Il padre della piccola, scomparsa sabato scorso, ascoltato in Procura. Il rapimento potrebbe essere essere stato deciso come risposta a qualcosa di avvenuto tra i familiari e le fazioni che si contendono le camere all’ex Astor
Di certo c’è, cinque giorni dopo la scomparsa, che la bambina non si trova. Malgrado le serrate indagini dei Carabinieri e le numerose e diverse perquisizioni che fin qui hanno riguardato la stabile maledetto di via Maragliano. Kata è sparita nel nulla sabato scorso. L’ultima immagine della telecamera che punta su via Boccherini, la pone davanti all’ingresso secondario dell’ex hotel Astor. Sono le 15.01, la bimba è sul marciapiede. La foto immortala Kata mentre si separa dal fratello, di 8 anni, che sembra parlare con un altro bimbo accanto a lui, con una busta della spesa in mano. In un attimo la sparizione e di lei non si sa più nulla. Gli investigatori avrebbero fissato come punto del rapimento il cortile sul retro dell’ex albergo da cui si accede – grazie a un cancello divelto e abbattuto a terra – alla proprietà condominiale confinante di via Boccherini 34, dove martedì pomeriggio sono stati perquisiti tutti i 19 appartamenti. Le indagini dunque vanno avanti in ogni direzione. Il padre della bambina, che era detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano dal marzo scorso a seguito di una condanna in primo grado a 2 anni e 6 mesi di reclusione per il furto di un portafoglio e l’indebito utilizzo di carte di credito adesso mutata nell’obbligo di presentazione due volte a settimana davanti alla polizia giudiziaria, ieri è stato intervistato dalla trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto” e in questo momento si troverebbe in Procura per essere ascoltato dalla PM della Dda Christine von Borries che conduce l’inchiesta. Ieri l’uomo era stato sentito anche dai carabinieri.
Davanti alle telecamere di Chi l’ha visto avrebbe confessato di aver avuto qualche guaio nell’occupazione dell’Astor, ma esclude sia la causa del rapimento: “Prima ho avuto – sottolinea ancora . problemi qui, ma non penso che sia questa cosa, non ci posso credere che mettono di mezzo una bambina”. In Procura sono stati sentiti anche altri testimoni. L’ipotesi sui cui lavorerebbero gli investigatori è quella di un rapimento. Il movente l’estorsione e/o la ritorsione nei riguardi della famiglia della piccola. Ma più probabilmente si tratta della seconda. All’interno dell’ex Astor c’è una vera e propria guerra tra gruppi rivali per le camere della struttura chiusa nel 2020 a causa del Covid e mai più riaperta. Tre le fazioni che se le contenderebbero: due peruviane di cui una probabilmente vicina alla famiglia della piccola Kata, l’altra di rumeni. Ci sarebbero anche dei prezzi per il subaffitto delle camere che varierebbero fra gli 800 e i 1.500 euro a seconda della presenza dei servizi o meno. Insomma un vero e proprio racket.
Il rapimento, ma qui il condizionale è assolutamente d’obbligo, potrebbe essere maturato in questo contesto e deciso come risposta a qualcosa che è accaduto fra la famiglia della bimba e appunto chi in questo momento ha in mano il controllo del “mercato”. Magari potrebbe essere il rifiuto a versare il “diritto d’uso” per poter continuare a stare nella stanza, magari potrebbe essere un torto consumato involontariamente nei confronti di qualcuno delle due comunità in questa struttura ormai divenuta un vero e proprio hotel dei disperati. Intanto amici, conoscenti e persone vicine alla famiglia di Kata hanno organizzato alle 18.30 un presidio di solidarietà in piazza Duomo a Firenze per la bambina scomparsa ormai da cinque giorni. L’appuntamento è aperto alla cittadinanza con l’invito a partecipare numerosi. La famiglia ha anche assoldato un investigatore privato. Servirà a qualcosa? Loro intanto ci sperano.