Questa mattina presidio davanti allo studio notarile in cui si è tenuta la prima seduta d’asta per l’ex spazio industriale divenuto nel tempo centro importantissimo di aggregazione tra Firenze e Sesto Fiorentino. La solidarietà di Sinistra Progetto Comune
Promessa mantenuta. L’avevano annunciato lo scorso 10 giugno durante la conferenza stampa al Circolo di Castello nella quale era stata annunciata la vendita dell’area ex industriale da 15 anni punto di aggregazione per il quartiere, di socialità e cultura. E questa mattina si sono ritrovati davanti alla sede dello studio notarile in piazza Beccaria in cui si è tenuta la prima seduta d’asta.
Gli “occupanti” del Next Emerson hanno dato vita a un presidio di protesta a difesa di quello che nel tempo e in una zona abbandonata e di degrado è divenuta una realtà importantissima offrendo palestra e biblioteca popolare, una scuola di tango ai residenti del quartiere ai confini tra Firenze e Sesto Fiorentino, organizzando numerose iniziative ed eventi culturali non ultima una apprezzata rassegna cinematografica costruendo, fino al Nema: Next Emerson Museo Autogestito, un progetto artistico che pone l’attenzione proprio sulla ridefinizione continua della spazio fisico del Centro sociale autogestito.
A Next Emerson arriva la solidarietà di Sinistra Progetto Comune con i due consiglieri comunali Antonella Bundu e Dmitrij Palagi che riprendono proprio uno dei cartelli esposti: “Non tutta la città è in vendita. Eravamo presenti e confermiamo la posizione del nostro gruppo consiliare: il centro sociale deve trovare forme di sostegno da parte delle istituzioni e del pubblico, trovando soluzioni che impediscano operazioni speculative che traggano profitto dalla trasformazione del territorio, cancellando i percorsi di numerose attività, diventate un riferimento per la città e l’area metropolitana. Seguiremo le numerose forme di lotta che verranno intraprese e ci aspettiamo che il Comune di Firenze segua con attenzione l’esito di questa prima asta, per poi proporsi di intervenire a favore di una soluzione che dia continuità alle esperienze culturali, sportive e sociali che trovano spazio in un’area che non è vuota e che deve essere tolta dai depliant promozionali di Invest in Florence”.