Lo rivela un sondaggio Ipsos per Confesercenti. Otto persone su dieci dimezzeranno il budget destinato alle spese non essenziali, mentre quasi il 50% degli intervistati ammette di stare facendo scorte di beni primari per via della guerra russo-ucraina
Le bollette (e la paura) aumentano, i consumi scendono. Per far fronte alla stangata sulle utenze domestiche, otto persone su dieci dimezzeranno il budget destinato alle voci di spesa non essenziali, in particolare consumi in ristoranti e bar, viaggi e abbigliamento. Allo stesso tempo, quasi una persona su due valuta di fare scorte dei beni primari – in particolare quelli alimentari – per paura di un boom dei prezzi o di un’interruzione delle forniture.
È quanto emerge da un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti su un campione di consumatori. Complessivamente solo il 9% degli intervistati affronterà il caro-bollette senza battere ciglio: il restante 91% adotterà qualche strategia di risparmio, arrivando a tagliare in media il 55% del budget previsto per le altre spese. “Ad essere maggiormente colpiti sono i consumi comprimibili, quelli legati al mondo del commercio e turismo, già appesantiti da due anni di pandemia – afferma Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana -. Negozi, bar, ristoranti, alberghi, servizi, per effetto della stangata in arrivo sulle bollette, perderanno altri 54 mld. di consumi. Le spese saranno dirottate sui consumi energetici praticamente incomprimibili e le preoccupazioni generali per la pandemia e la guerra in Ucraina fanno il resto”.
A rimetterci sono soprattutto i consumi più legati all’Italian Style: cene e pranzi fuori, moda e persino il rito del caffè. In cima alla classifica della revisione di spesa dei nostri concittadini, infatti, ci sono le consumazioni nei ristoranti, indicate come voce da tagliare dal 67%. Seguono abbigliamento e accessori (53%) e Bar (49%). Ma a soffrire è anche il turismo: il 47% indica la volontà di ridurre il budget per le vacanze, mentre un ulteriore 37% taglierà anche i viaggi brevi, con meno di due pernottamenti fuori casa. Inevitabilmente, la scure della spending review cala anche su attività di intrattenimento (spettacoli, musica, videogiochi, ‘tagliati’ dal 47%), acquisti di tecnologia (38%) e spostamenti con mezzi privati (35%).
Se la bolletta svuota le tasche, la paura riempie inutilmente le dispense. Proprio mentre procedono al taglio delle spese per far fronte alla stangata energetica, quasi un italiano su due ammette di stare valutando – o addirittura di aver già fatto – scorte di beni primari. Lo stesso dato interessa gli abitanti della Toscana. Obiettivo dell’assalto agli scaffali di discount e negozi alimentari soprattutto pasta e riso, indicati dal 66% di chi valuta scorte, ma anche prodotti in scatola (48%), legumi (41%), acqua e bevande (36%), surgelati (28%) e medicine (26%). A spingere all’accaparramento è il timore di un forte aumento dei prezzi in arrivo sull’onda del conflitto russo-ucraino (61%) o addirittura di un’interruzione delle forniture (39%).
“In Toscana sono oltre 130 mila le attività esposte agli aumenti esplosivi delle bollette, – conclude Gronchi -, senza contare i numerosi distretti produttivi che fanno, in molti casi, grande utilizzo di gas ed energia elettrica ed è fondamentale che l’intervento del Governo, che va nella giusta direzione, arrivi subito anche se alcuni provvedimenti non sono ancora definiti”.