Dal 4 al 16 settembre alla Certosa c’è Fil_Armonia, festival di musica e spiritualità, per stimolare una riflessione sull’essere umano e il suo rapporto con la natura, fermandosi ad ascoltare, nell’epoca più frenetica e rumorosa della storia
Otto appuntamenti per “riaccordare” il mondo e imparare nuovamente ad ascoltarlo: dal 4 al 16 settembre la Certosa di Firenze ospita Fil_Armonia, festival di musica e spiritualità, ideato e prodotto da La Filharmonie, giovane orchestra fondata nel 2016 e unico hub musicale under 35 in Toscana, con la direzione artistica di Giulio Arnofi e la direzione musicale di Nima Keshavarzi. Sei concerti e due conferenze pensate per stimolare una riflessione sull’essere umano e il suo rapporto con la natura, fermandosi ad ascoltare, nell’epoca più frenetica e rumorosa della storia.
La musica entra nel luogo del silenzio: il complesso monumentale della Certosa, costruito nel XIV secolo alle porte della città, è stato infatti abitato per secoli dai monaci certosini che facevano del silenzio il metodo principale di relazione con la propria individualità, la comunità e il mondo. Oggi la Certosa è custodita dalla Comunità di San Leolino, che vi promuove iniziative culturali e spirituali.
In linea con la storia passata e presente della Certosa, La Filharmonie ha strutturato una rassegna di concerti, conferenze e spettacoli multidisciplinari che mette al centro la musica e la nozione di armonia. Si tratta della prima di un ciclo: questa prima edizione del festival Fil_Armonia è dedicata al tema della spiritualità, intesa nel senso più ampio possibile come dimensione in cui trovare un nuovo equilibrio con se stessi, gli altri e il mondo di cui facciamo parte. Le conferenze approfondiranno le relazioni tra musica, arti visive, filosofia e spiritualità mentre il programma musicale è dedicato in gran parte al Novecento e alla contemporaneità e si presenta come un viaggio attraverso brani caratterizzati da sensibilità molto diverse ma uniti dal filo rosso delle tematiche del festival.
Il luogo scelto è quanto mai appropriato per un altro grande tema di Fil_Armonia: l’ecologia, intesa stavolta come ecologia acustica. L’inquinamento, infatti, non riguarda solo il Climate Change, ma anche la dimensione sonora, con comprovati danni psicologici e fisici per le persone e per il mondo animale. Una maggior consapevolezza del suono può aiutare a ripensare la progettazione delle aree urbane. Ma non solo: può favorire l’ascolto di sé stessi e del mondo.
“Fil_Armonia in italiano è una parola inventata. Il significato, però, è chiarissimo – spiega Paolo Cognetti, tra gli ideatori del festival – ed esprime l’amore per l’ideale classico di un mondo musicalmente ordinato, prima dello «strappo nel cielo di carta» di pirandelliana memoria. Non si tratta di nostalgia del tempo perduto, ma di una ricerca diretta a ritrovare l’equilibrio dell’essere umano con sé stesso e con la natura, come profonda connessione di ogni cosa. E davvero questa riconciliazione sembra quanto mai necessaria oggi, dopo due anni dall’inizio della pandemia di COVID-19, con le conseguenze economiche e sociali che ne sono derivate e l’incertezza per il futuro, aggravata dalla guerra esplosa in Ucraina, ai confini dell’Europa. Ancora una volta dobbiamo interrogarci sul senso della nostra identità, non solo culturale, dobbiamo chiederci chi siamo e chi vogliamo essere, pena la definitiva decadenza delle nostre società”. Che poi conclude: “Siamo convinti che la musica possa contribuire a sanare il nostro mondo scordato con il suo potere curativo perché aiuta a migliorare la capacità di ascoltare e nel suo essere un atto creativo può opporsi, simbolicamente ma non solo, alle forze distruttive – la guerra ne è la quintessenza – e rivelare un terreno fecondo sul quale intraprendere percorsi di trasformazione”.