Presentata la stagione su un palcoscenico metaforicamente coperto di foglie a simboleggiare i temi ambientali. Debutto con Mariano Rigillo e il suo Ezra Pound, Lodo Guenzi porta in scena Trappola per topi
Autori e testi classici e contemporanei, grande poesia e letteratura, drammaturgia storica e nuova, impegno e leggerezza. La Pergola ha presentato ieri la nuova stagione davanti a un parterre in cui hanno brillato due stelle che saranno tra i protagonisti del cartellone del teatro fiorentino proprio nel solco tracciato dalla presidenza della Fondazione Teatro della Toscana: il grandissimo Mariano Rigillo e l’emergente ma già affermato attore bolognese Lodo Guenzi che si misureranno il primo con Ezra Pound, il secondo con un classico della commedia, quella Trappola per Topi della regina del giallo Agatha Christie in assoluto il lavoro più rappresentato nei teatri di tutto il mondo.
“E’ un lavoro che ci ha appassionati e coinvolti molto – ha spiegato il presidente della Fondazione Teatro Tommaso Sacchi, già assessore alla cultura a Firenze, ora membro della Giunta guidata da Beppe Sala a Milano con lo stesso incarico -, costruire una stagione nell’era post Covid tenendo conto delle esigenze di una città. Si tratta di una stagione che ci soddisfa molto, uso il plurale perché è stato un lavoro di squadra. La Pergola è una grande istituzione che non può permettersi di scendere di qualità o di non trattare temi sociali, politici che riguardano il nostro tempo e quindi i cardini di questa stagione sono quattro: ambiente, a partire dal palco dove ci troviamo coperto metaforicamente di foglie perché è un teatro che si è rinnovato che ha visto investire delle risorse anche importanti per renderlo più efficiente dal punto di vista energetico; i giovani con attori che sono oramai da qualche anno e stanno diventando veri e propri professionisti, talenti nei teatri di tutta Italia; le relazioni internazionali col rapporto privilegiato che Pergola ha con Parigi Théâtre de la Ville; infine i grandi nomi della prosa teatrale uniti nella forma di sperimentazioni e di talenti affermati ma che si prestano a un lavoro di tipo teatrale come ad esempio Lodo Guenzi. Su ciò abbiamo costruito una narrazione e anche un’identità del nostro teatro. Voglio anche usare come tema politico e sociale la performance che il grande Massini ha portato nella parte seminterrata del nostro teatro per simboleggiare i drammi di una guerra che continua ancora e coinvolge l’Ucraina. Anche questo è un teatro civile, che non si sottrae a una forma di attenzione verso i temi della politica e del nostro tempo: e lo fa attraverso i linguaggi dell’arte e di chi è protagonista oggi in Italia in questo settore della cultura”.
Si comincia dunque il 24 ottobre nel segno della poesia e dell’arte attoriale con ’Ezra in gabbia – o il caso Ezra Pound’ di Mariano Rigillo diretto da Leonardo Petrillo. Ma l’indipendenza del pensiero percorre molti degli spettacoli in apertura della stagione, da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini per Fabrizio Gifuni a sempre Pasolini per Elio Germano e Teho Teardo, da Eduardo De Filippo per Fausto Russo Alesi a Sigmund Freud per Stefano Massini, per arrivare a Fabrizio De André per Neri Marcorè. «Abbiamo spinto molto sui nostri ideali, su cui lavoriamo da tempo ovvero giovani, Europa e lingua italiana – aggiunge il direttore generale della Fondazione, Marco Giorgetti -. La stagione coinvolge molto le nuove leve, parla di lingua italiana visto che per il 90% gli autori sono italiani». A un libero pensatore è dedicato il nuovo one woman show di Isabella Rossellini. «Darwin’s Smile» (23–28 gennaio) è un monologo che riconcilia i mondi di arte e scienza a partire da Darwin e dal suo libro «L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali». Con Fernando Pessoa si confronta Bob Wilson per uno spettacolo che nasce dal vivo interesse del regista per il progetto de «L’Attrice e l’Attore Europei» (maggio).
Ma non è finita qui. Nel solco tracciato da poesia e letteratura, che incrocia la lingua e la scrittura italiana, ci sono tra gli altri Lino Guanciale e Francesco Montanari ne «L’uomo più crudele del mondo» di Davide Sacco (31 ottobre – 5 novembre); Alessandro Haber ne «La coscienza di Zeno» di Italo Svevo (14–19 novembre); Giuliana De Sio e Alessandro Haber diretti da Pierpaolo Sepe ne «La signora del martedì» di Massimo Carlotto (27 dicembre – 3 gennaio 2024); Claudio Bisio diretto da Giorgio Gallione ne «La mia vita raccontata male» di Francesco Piccolo (19 – 24 marzo); un originale “Arlecchino” con Andrea pennacchi (6-11 febbraio) e un classico di Luigi Pirandello, “Così è se vi pare” interpretato da Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato (13-18 febbraio).