Le decisione in una lunga lettera del Patron Commisso. Opposizioni all’attacco della Giunta Nardella: “Si fermi tutto prima che sia troppo tardi”
La Fiorentina non parteciperà alla gara pubblica per l’acquisizione dell’area sud della Mercafir dove nelle intenzioni dell’amministrazione guidata dal sindaco Dario Nardella avrebbe dovuto sorgere il nuovo stadio per le partite casalinghe della società Viola.
L’annuncio è arrivato questa mattina attraverso una lunga lettera del Patron Rocco Commisso indirizzata alla “Famiglia Viola” e pubblicata dal sito it.violachannel.tv. Nella missiva Commisso ripercorre tutta la vicenda focalizzandosi soprattutto su una data specifica: l’ottobre 2019 quando il Comune, sottolinea il Patron, “di sua iniziativa, ci ha proposto la possibilità di costruire un nuovo stadio nell’area del complesso Mercafir, che misura 14,8 ettari”.
Un’area che secondo Palazzo Vecchio ben si abbinava ai tre obiettivi posti sul tavolo fin da subito da Commisso: tempistiche rapide per le approvazioni regolamentari e fine dei lavori entro settembre 2023, costi ragionevoli per l’acquisto e lo sviluppo del sito, controllo totale da parte della Fiorentina del progetto di costruzione e della gestione dello stadio dopo il suo completamento. Poi però è arrivata la valutazione dell’area Mercafir con i famosi 22 milioni di euro richiesti per l’alienazione dei terreni ed è stato il gelo.
Commisso in verità aveva già fatto capire in quale direzione avrebbe potuto muoversi proprio nell’ormai famoso incontro con i giornalisti convocato nella sala stampa del Franchi intitolata a Manuela Righini e nelle dichiarazioni rilasciate nei giorni successivi. Dichiarazioni che non lasciavano troppo spazio all eventualità di accettare quanto proposto dal Comune in termini di prezzo. “Sfortunatamente – continua la lettera di Commisso – dopo un’attenta valutazione delle particolari condizioni finanziarie e contrattuali della gara pubblica d’appalto per la Mercafir, resi pubblici a febbraio 2020, nonché dei rischi inerenti, la Fiorentina ritiene che nessuna delle tre condizioni di cui sopra sia stata soddisfatta. Conseguentemente, annunciamo oggi a malincuore che la Fiorentina non parteciperà alla gara pubblica per la Mercafir con scadenza prevista per il 7 aprile 2020”.
E adesso cosa succederà? Diverse sono le ipotesi sul tappeto, dal possibile ribasso del prezzo di partenza per la gara fino al ritiro del bando stesso che provocherebbe un ulteriore imbarazzo alla Giunta Nardella fin qui sembrata incaponirsi su un progetto di costruzione di un impianto nuovo senza mai nemmeno per un attimo prendere in considerazione la possibilità di un restauro del Franchi per renderlo più attuale e rispondente ai criteri chiesti dall’Uefa per le competizioni europee.
Ma potrebbe aprire la strada anche a un possibile disimpegno di Commisso su Firenze per andare a realizzare la nuova struttura sportiva a condizioni più vantaggiose in un comune vicino (Campi Bisenzio, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino….) con ennesima difficoltà per Nardella che dopo aver visto traslocare proprio a Bagno a Ripoli la “casa Viola” vedrebbe trasferirsi il nuovo stadio in una realtà della cintura metropolitana (anche se vicina) e non all’interno dei confini comunali lasciando comunque il Franchi al suo destino.
Il Patron conclude rinnovando l’invito alle istituzioni, politiche e sportive a dare una mano alla Fiorentina per costruire un nuovo stadio in tempi rapidi e a costi ragionevoli oppure anche “una revisione o reinterpretazione della legge sui Monumenti per garantire una maggiore flessibilità” nel caso di uno stadio “costruito 90 anni fa a maggior ragione se la ristrutturazione ne preservi le caratteristiche architettoniche”. “Per poter affermarsi e competere ai massimi livelli – conclude la missiva di Commisso – la Fiorentina necessita di un complesso con un nuovo stadio che possa garantire non solo lamigliore esperienza nel vedere una partita e servizi all’avanguardia, ma aumentere al contempo le fonti di ricavo, di cui il nostro Club ha disperatamente bisogno per poter crescere sia in Italia sia nel palcoscenico europeo. Considerate le radici fiorentine del Club desidero fortemente che il nostro stadio sia situato all’interno della Città di Firenze, o almeno all’interno dell’area metropolitana fiorentina. Sebbene apprezziamo fortemente gli sforzi profusi dal Sindaco Dario Nardella necessitiamo che le Istituzioni si dimostrino più collaborative e flessibili, che ci forniscano ulteriori opzioni circa le aree di costruzione dell’impianto e che siano in grado di prendere decisioni molto più rapidamente di quanto non sia stato fatto sino ad oggi se vogliamo completare la costruzione del nuovo stadio in tempi ragionevoli.
Immediate le reazioni in campo politico con la Lega che parla di “fallimento dell’amministrazione, rimediando pure una figuraccia”. Per Federico Bussolin, Manfredi Ruggero ed Emanuele Cocollini l’ipotesi restyling del Franchi resta l’opzione migliore da valutare. “L’operazione messa in piedi – dicono – era e rimane insostenibile finanziariamente. L’aver insistito, nonostante tutto, dimostra che l’amministrazione non ha mai avuto l’intenzione di favorire la costruzione di un nuovo impianto sportivo in città. Adesso, il bando aperto andrà deserto o sarà oggetto di offerte di soggetti che potrebbero essere interessati soltanto ad una grande speculazione. Si fermi tutto prima che sia troppo tardi”.
L’operazione Mercafir non stava in piedi nemmeno per Jacopo Cellai, capogruppo di Forza Italia in Consiglio. “Nessun imprenditore – attacca – avrebbe mai accettato un’area come quella con incognite pesanti sulla tempistica, sul trasferimento dei grossisti, sulle condizioni ambientali e delle strutture. Ci aspettiamo inoltre un intervento per riqualificare l’area mercatale che abbiamo il dovere di tutelare e far sviluppare, anche senza il nuovo stadio. Vista la richiesta del presidente Commisso di mettere in mano alla legge sui monumenti storici chiederemo ai nostri rappresentanti in Parlamento di agire anche se siamo ancora in attesa dei colloqui tra Nardella e Franceschini, che da quanto sembra, fino ad oggi non hanno prodotto esiti”.