Sarebbe l’orientamento della Regione ma anche del sindaco Dario Nardella intervistato dalla Tgr Rai. “Evitare uno spezzatino di colori”. Sulle riaperture delle attività commerciali “Servono date certe” e per quanto riguarda le fiere “Pronti a garantire massima sicurezza sanitaria per svolgere Pitti Uomo in presenza”
Fra quelle cinque o sei aree che il Governatore toscano Eugenio Giani sembrerebbe intenzionato a mantenere rosse per prudenza nonostante il rientro della Toscana in zona arancione da lunedì prossimo, oltre a Prato ci sarebbe anche la Città Metropolitana di Firenze.
L’ipotesi incontrerebbe il favore del sindaco di Firenze Dario Nardella intervistato pochi minuti fa dalla Tgr Rai. “Di fronte all’annuncio del ministro Speranza – spiega Nardella-, rimane il problema delle due province che hanno una media di contagi superiore a 250 ogni 100mila abitanti, cioè Prato e città metropolitana di Firenze che sono le più popolose della regione. Noi siamo orientati ad accettare la proposta della regione, quando sarà ufficiale, a mantenere in rosso la Città Metropolitana per evitare uno spezzatino di colori comune per comune visto che se guardiano la media siamo ben sopra i 250 ogni 100mila abitanti nonostante alcuni singoli comuni come di Firenze siano appena sotto. Più le regole sono omogenee e chiare e meglio è per tutti”.
Il primo cittadino fiorentino ha anche le idee chiare sulle possibili riaperture delle attività commerciali che in questo momento stanno affrontando una situazione sempre più insostenibile e vedranno martedì prossimo a Firenze e Roma due manifestazioni per soittolineare una volta di più la necessità di riprendere il lavoro. “Bene l’apertura di del premier Draghi sulla ripresa delle attività – aggiunge -. Ora servono date certe perché l’angoscia, la disperazione di tante imprese a cominciare da ristoranti e alberghi è ormai altissima. Io ho proposto una misura ragionevole e concreta: consentire la riapertura di ristoranti e locali, e l’accesso agli alberghi a chi ha il certificato di tampone negativo nelle 48 ore precedenti. Questo lo si fa già per prendere un aereo non capisco perché non lo si possa fare in un ristorante visto che è più facile controllare le persone nei locali pubblici che in casa dove si incontrano senza precauzioni”.
Altro settore in grande sofferenza è quello delle fiere e il primo pensiero corre naturalmente a Pitti Uomo che l’anno scorso proprio a causa della pandemia non si è tenuto. “Martedì prossimo – conclude Nardella – ci sarà il consiglio dei ministri: ho avuto colloqui con i ministri Speranza, Lamorgese, Garavaglia e di Maio diversamente competenti sul tema delle fiere nazionali affinché si possa avere la garanzia che si possa fare Pitti in presenza visto che si tratta delle più importante fiera di moda maschile al mondo e della prima fiera internazionale nel calendario italiano. Siamo pronti a garantire protocolli di massima sicurezza sanitaria, condividerli col governo, e quindi ci aspettiamo che l’esecutivo dia a Firenze e all’Italia questa opportunità di ripresa per le aziende e per le famiglie”.