Lo rivelano una serie di studi presentati in occasione della mostra “Leonardo e l’architettura” inaugurata a Vinci. E così si scopre che per il Genio, oltre alla funzionalità, l’agglomerato urbano doveva essere salubre prendendo lo spunto dalla peste di Milano del 1484
La città ideale di Leonardo da Vinci era a prova di pandemia: il punto di vista della salubrità dei progetti urbani era un concetto chiave per il Genio, specialmente dopo la pestilenza che travolse Milano nel 1484. Lo si apprende visitando la mostra ‘Leonardo e l’architettura’ in corso al Museo Leonardiano di Vinci (Firenze), in una delle sale del Castello dei Conti Guidi, in occasione della giornata di studio internazionale che ha coinvolto tre Università di tre Paesi diversi e che ha indagato sulle invenzioni, le tecniche costruttive e i progetti urbani di Leonardo da Vinci.
I curatori della mostra ‘Leonardo e l’architettura’ sono Sabine Frommel (EPHL, PSL, Paris), Hermann Schlimme (Technische Universitat Berlin), Stefano Bertocci ed Emanuela Ferretti (Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura). La mostra, che rimarrà aperta fino al 22 febbraio ed è inclusa nel biglietto del Museo Leonardiano, utilizza diversi tipi di linguaggi comprese le nuove tecnologie come la stampa in 3d, analizza quattro casi-studio (Capriata, Piattabanda, Trave Armata e Curvata e Centina) delle idee di Leonardo, saldamente radicate nella pratica edilizia dell’epoca. Una sezione affronta invece il tema delle fortificazioni di Piombino e le riflessioni a scala urbana e architettonica. Sono esposti infine gli schizzi e i disegni del Genio che fanno parte del ricco patrimonio conservato nella Biblioteca Leonardiana di Vinci.
“L’obiettivo della mostra – ha sottolineato il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia – è approfondire e conoscere meglio il pensiero, l’opera, la personalità di una figura complessa come quella di Leonardo da Vinci. È necessario superare l’approccio puramente celebrativo e trasformare le politiche culturali in un’occasione di approfondimento, conoscenza, non solo di Leonardo ma delle sue opere. Questo è anche il fulcro della candidatura di Vinci come capitale della cultura 2024, ovvero rendere elemento strutturale di crescita economica le nostre politiche culturali”.
Per Roberta Barsanti, direttore del Museo Leonardiano, “La mostra analizza due aspetti molto interessanti: da una parte vediamo il Genio che si approccia alle tecniche costruttive, mostrando la conoscenza degli elementi dell’architettura e dell’ingegneria, dall’altra abbiamo i progetti di Leonardo relativi alla città “ideale” dal punto di vista della progettazione, delle dimensioni e delle proporzioni geometriche. Leonardo va oltre, guarda alla funzionalità di questa città, alla salubrità che doveva avere un agglomerato urbano anche a seguito delle sue riflessioni sulla pestilenza che colpì Milano. Un argomento quanto mai attuale. Le novità degli studi di Leonardo sono testimoniati anche dagli schizzi e dai disegni per l’aggiornamento delle difese di Piombino”. Insomma non un punto di arrivo ma casomai di partenza, come ha tenuto a sottolineare Sara Iallorenzi, che “dimostra come Vinci sia riconosciuta a livello internazionale, dal mondo scientifico e accademico. Un luogo sperimentale dove ritrovarsi per portare avanti l’approfondimento dei temi che ruotano intorno al Genio da Vinci”.