Lega Salvini: “Operazione bizzarra”. Forza Italia: “Magia per far entrare un partito non presente in Consiglio”
Opposizioni all’attacco dopo il rimpasto di giunta deciso dal sindaco Dario Nardella e presentato ieri in Consiglio che ha portato l’ingresso nell’esecutivo di Italia Viva con Titta Meucci nominata assessore ai lavori pubblici.
Ad aprire il fuoco di fila è la Lega Salvini con il capogruppo a Palazzo Vecchio Federico Bussolin il quale nota come sia “bizzarra” la circostanza di avere “un assessore senza gruppo consiliare”. ma “oggi però – continua l’esponente del Carroccio – conta più la proposta che il nome. E’ grave il mancato annuncio, da parte di Nardella, delle dimissioni del Presidente del Q1 nonché consigliere regionale Maurizio Sguanci: se il momento è delicato per andare al voto, Sguanci deve lasciare la Regione, perché serve un Presidente a tempo pieno, non un esperto di poltrone”.
Aggiunge Andrea Asciuti: “ Abbiamo avanzato richieste importanti sulla scuola: non c’è ragione di chiudere a livello nazionale tutte le scuole superiori, impiegando gli sforzi su una DAD al 75%. Il diritto allo studio deve essere garantito con didattica in classe per i bimbi di nidi, asili, elementari, medie e superiori fino ai 16 anni, nonché di tutti gli studenti disabili”.
Secondo Jacopo Cellai, capogruppo di Forza Italia, un rimpasto che capita in un momento difficile come questo, dominato dalla pandemia, “poteva essere l’occasione buona per mettere mano a questioni importanti ridistribuendo deleghe e creando nuovi assessorati. Invece abbiamo assistito a un’operazione sicuramente ricca di fantasia ma di nessun costrutto”. Per l’esponente forzista il Pd è incapace di affrontare il tema della sicurezza con decisione e strumenti adeguati. Si lascia la delega alla Polizia Municipale all’assessore Giorgetti che nel suo operato ha dimostrato di non dedicargli le dovute attenzioni, forse troppo impegnato a seguire il settore mobilità e nuove tramvie. Si continua a separare la delega alla sicurezza urbana da quella alla Polizia Municipale, scelta che non consente di avere un focus vero sui temi di degrado e criminalità. Il sindaco avrebbe anche potuto lanciare un messaggio importante avocando a sé queste deleghe ma se ne è guardato bene”.
Cellai ne ha anche per Titta Meucci: “Il suo ritorno – aggiunge ancora – pone due questioni interessanti: la prima sulle deleghe che sembrano una strana macedonia di cui non si capisce il senso: università e ricerca, protezione civile, avvocatura, anagrafe e lavori pubblici: E poi la magia compiuta dal sindaco che fa entrare in giunta un partito, Italia Viva, non presente all’interno del consiglio comunale o almeno non ancora. Cosa che non si era mai vista. Ma qui, più che alle opposizioni, è al Pd e ai suoi elettori che Nardella dovrebbe delle spiegazioni”. Al veleno la conclusione finale: “In definitiva, un’altra occasione sprecata dal nostro sindaco, sempre più protagonista sullo scenario nazionale e sempre meno primo cittadino di Firenze. La nuova squadra di Nardella ha davanti a sé sfide molto difficili per la città, ma se manca una regia efficace è destinata a fallire”.