La cerimonia nella Giornata internazionale della donna. Nardella: “Occasione per fare una riflessione sul ruolo delle donne nella società civile in Italia e nel mondo”
Nella Giornata internazionale della donna la piazzetta lungo via Vecchia di Pozzolatico è stata intitolata alla scrittrice e grande figura culturale del Novecento letterario italiano Natalia Ginzburg (nella foto a fianco). Si amplia così il numero dei luoghi in città dedicate alle donne. Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri il sindaco Dario Nardella e gli assessori alle pari opportunità Benedetta Albanese e alla Toponomastica e Cultura della Memoria Alessandro Martini.
“Abbiamo scelto di intitolare questa piazzetta in uno dei luoghi più belli della città – ha esordito il sindaco – proprio oggi, nel giorno della Festa della donna che quest’anno purtroppo celebriamo con il lutto nel cuore a causa della guerra in corso. È comunque l’occasione per fare una riflessione sul ruolo delle donne nella vita quotidiana, nella società civile in Italia e nel mondo. Nelle emergenze degli ultimi anni sono state le donne pagare il prezzo più alto. E per questo l’8 marzo deve essere anche un giorno di gratitudine e di impegno reale per trasformare la società civile. Qualche passo avanti è stato fatto: penso a quante donne oggi sono nelle forze di polizia e tra i militari, nella magistratura, nelle istituzioni, nel mondo dell’informazione”.
Natalia Levi, coniugata con Leone Ginzburg, era nata a Palermo il 14 luglio 1916. Suo padre Giuseppe era il celebre scinziato Giuseppe, sua madre la milanese Lidia Tanzi. Nel 1938 si unisce in matrimonio con l’intellettuale Leone Ginzburg. Dal loro matrimonio nascono tre figli: Andrea, Alessandra e Carlo. Leone, dopo essere stato esiliato per motivi politici e razziali e dopo essere stato torturato nel carcere di regina Coeli, muore nel 1943 e Natalia si trasferisce a Torino dove inizia a lavorare per Einaudi. Dopo aver sposato in seconde nozze Gabriele Baldini docente universitario di letteratura inglese e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra, torna nuovamente a Roma. Tra il 1952 e il 1957 la produzione letteraria di Natalia Ginzburg è intensa. Tra i suoi testi si ricordano: “Tutti i nostri ieri”, “Valentino”, con cui vince anche l’importante premio Viareggio, e “Sagittario”. Negli anni Sessanta pubblica anche altri romanzi come “Le voci della sera”, “Cinque romanzi brevi”, “Le piccole virtù” e il celebre “Lessico famigliare”. Il romanzo racconta la drammatica morte del suo primo marito Leone Ginzburg nel carcere di Regina Coeli, l’ingiusta persecuzione degli ebrei italiani, e il suicidio dell’amico Cesare Pavese. Con quest’opera, nel 1963, Natalia Ginzburg ottiene anche il premio Strega. Continua poi la sua attività di traduttrice e di scrittrice fino al 1991 quando, dopo aver finito di tradurre “Una vita” di Guy de Maupassant, muore nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 1991, all’età di 75 anni.
“Questa intitolazione – ha concluso il primo cittadino fiorentino – ci riporta con la memoria al periodo del fascismo e del nazifascismo, ci ricorda le difficoltà che ha vissuto per la sua origine ebraica e per la sua religione in un periodo difficilissimo per l’Italia. E ci permette di riflettere sul ruolo delle donne durante la Seconda Guerra Mondiale e l’oppressione fascista. Un ruolo straordinario, spesso non valorizzato abbastanza”.