Un luogo speciale, accanto a quella Villa Bardini che aveva contribuito a riportare all’attuale splendore. Nardella: “Era un grande fiorentino che amava la sua città”. La figlia Camilla: “Papà era un uomo buono, un combattente mite per il bene delle persone”
Un luogo speciale, quello spazio tra Forte di Belvedere e l’ingresso di Villa Bardini che aveva contribuito in maniera decisiva a riportare all’attuale splendore. Edoardo Speranza, assessore alla cultura della giunta Bargellini nei giorni dell’alluvione, parlamentare Dc dagli anni Sessanta e sottosegretario in cinque governi, nonché presidente dal 2004 al 2009 di Fondazione CR Firenze, è stato ricordato così oggi, con l’intitolazione dell’area di accesso al Forte tra via San Leonardo e la Porta San Giorgio che porterà per sempre il suo nome.
Alla cerimonia oltre alla figlia Camilla e ad alcuni familiari dello statista fiorentino, hanno partecipato il sindaco Dario Nardella, l’assessore alla Toponomastica Alessandro Martini, il presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori e il suo vice Jacopo Speranza, figlio di Edoardo e il direttore generale Gabriele Gori. “L’ho conosciuto – ha detto Nardella -quando ero un giovanissimo consigliere comunale e questa cerimonia per me è stata davvero emozionante. È stato veramente un grande fiorentino che amava la sua città. Firenze è di chi la ama, fiorentini o non fiorentini. E noi oggi intitolandogli questo largo gli diciamo grazie nella forma più solenne possibile”. Speranza era nato in riva all’Arno il 14 novembre 1929. Avvocato dalla forte passione politica, ha militato nella Democrazia Cristiana ed è entrato in consiglio comunale a fianco di Giorgio La Pira.
“E’ stato una delle figure più significative del secondo Novecento fiorentino – ha aggiunto l’assessore – Ma voglio ricordare anche quanto fatto dalla Fondazione sotto la sua presidenza a favore della beneficienza e della carità cittadina di cui sono stato testimone diretto. Ho conosciuto bene il suo concreto e fattivo impegno per l’accoglienza, l’assistenza e l’aiuto alle persone più fragili della città e non solo. È stato un uomo a cui Firenze deve riconoscenza”. Dopo l’esperienza romana Speranza tornò a casa e fu nominato presidente di Findomestic. Nel 1993 l’ingresso del Cda di Fondazione CR Firenze che lascerà soltanto nel 2009 per motivi di salute assumendo però la carica di presidente onorario, carica ricoperta fino alla scomparsa, avvenuta il 19 giugno 2014. “Edoardo – ha sottolineato Salvadori – ha segnato un periodo significativo della storia civile, politica e culturale della nostra città ed è stato giusto ricordarlo in questa maniera e in una data che segue di pochi giorni il settimo anniversario della sua scomparsa. Tenevamo moltissimo a questo riconoscimento. Avere un luogo intitolato a lui è anche un monito e un incitamento per nostra Istituzione perché non perda mai di vista la giusta rotta da lui segnata”.
Commosso il ricordo della figlia Camilla: “Nostro padre – dice – era un gentiluomo di nascita e di costumi profondamente innamorato di Firenze: era un uomo onesto, un combattente mite per il bene delle persone. Ci ha educato al Bello e ci ha insegnato l’amore verso Dio, per la Famiglia, per lo studio, per il lavoro indefesso, per l’arte, per la Cultura, per la campagna e per i libri, che amava leggere e fare pubblicare. Era un uomo di Fede, profondamente innamorato della Mamma, dei suoi due figli, dei suoi sei nipoti e delle sue tre sorelle. Papà ha dato alla Cultura la massima importanza, valorizzando tutto quanto di bello è raccolto in un convento, in una Chiesa, in un museo, in una villa, in un giardino, in una esposizione d’arte, in città o in periferia. Ha aiutato tante famiglie e ha fatto del bene a Firenze e in Italia e nel mondo con onestà e intuito, portando sempre Firenze nel cuore”.