Il vicepresidente del Consiglio regionale stava filmando col telefonino la situazione di degrado fuori dal Mercato di Sant’Ambrogio
Insultato e minacciato mentre con il proprio telefonino stava filmando il degrado della zona di Sant’Ambrogio. La disavventura è capitata al vicepresidente del Consiglio Regionale Marco Stella (F. Italia) che è stato avvicinato da un uomo e una donna con un pitbull i quali gli avrebbero rivolto epiteti volgari e minacce costringendolo, secondo quanto riferito dall’esponente azzurro, a interrompere la diretta Facebook che stava portando avanti in piazza Ghiberti per documentare la situazione fuori dal Mercato, con la presenza di accattoni, spacciatori e balordi che bivaccano nei paraggi e dormono sotto le tettoie esterne, disturbando le persone che vanno a fare acquisti. Stando a Stella, uno di loro gli avrebbe anche sputato sul cellulare.
“Ho temuto il peggio – afferma – ho segnalato l’accaduto in Questura e insieme al mio legale sto valutando di presentare formale denuncia. Trovo l’episodio gravissimo non tanto perché sia accaduto a me, ma in quanto mostra come a Firenze spesso sia difficile fare politica in strada tra la gente: ci sono sempre più delinquenti che vorrebbero impedire il confronto civile e democratico sui problemi che affliggono la città. Io ho il diritto e il dovere di segnalare le situazioni di degrado a chi amministra Firenze, sono stato eletto per questo, per rappresentare i cittadini. Non è accettabile che episodi del genere si ripetano, a maggior ragione ora che inizia la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale”.
Immediata è arrivata la solidarietà al consigliere da parte dei vertici forzisti e di Fratelli d’Italia con Francesco Torselli a cui si sono aggiunte le parole del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani che parla di “vergognosa manifestazione di vigliaccheria e di violenza verso chi stava facendo politica e quindi esercitando una delle funzioni fondamentali della nostra democrazia” e del sindaco Dario Nardella che sottolinea come “nessun tipo ti violenza, neanche verbale, può essere accettata in una città come Firenze che ha fatto del dialogo la propria forza”.