La protesta dei panificatori e addetti alla pasticceria di Confcommercio e Assipan: “In Toscana abbiamo il pane sciocco: se non lo volete anche crudo abbassate il costo dell’energia”
I forni toscani si sono inventati il pane “sciocco” perché la tassa sul sale era troppo esosa. Se adesso non lo volete anche crudo, abbassate il costo dell’energia!”. La provocazione arriva da Firenze, dove oggi, giovedì 27 ottobre 2022, si sono dati l’appuntamento i panificatori e i pasticceri di tutta la Toscana per protestare contro il caro-bollette. A coordinare la manifestazione in piazza dei Ciompi, evocativa del celebre tumulto trecentesco, c’erano i vertici di Confcommercio Toscana, con il presidente Aldo Cursano e il direttore Franco Marinoni, e di Assipan, l’associazione di categoria aderente a Confcommercio, che era rappresentata dal presidente nazionale Antonio Tassone, arrivato qui per l’occasione dalla sua Calabria, e dal presidente regionale Nicola Giuntini, titolare nel pistoiese di un forno con ben 120 anni di storia alle spalle. Insieme, dal palco, hanno spiegato ragioni e obiettivi dell’iniziativa.
“Una volta – ha esordito Marinoni – sarebbe stata la folla, il popolo, a protestare contro i prezzi del pane troppo alti. Oggi, nel 2022, a scendere in piazza sono i fornai, gli imprenditori, che rischiano di veder crollare le loro aziende – e i sogni di una vita – sotto la scure dei rincari energetici. E con i loro sogni cadono anche quelli dei loro collaboratori e delle loro famiglie. Non possiamo permetterlo. Con questa manifestazione vogliamo reclamare ancora una volta l’attenzione che meritiamo, dalla politica e dalle istituzioni, ma vogliamo anche chiedere l’alleanza dei consumatori”.
Ad ascoltarli c’erano imprenditori della panificazione e della pasticceria rappresentativi di diverse città toscane. Titolari di piccoli e piccolissimi forni artigianali, che il rincaro di bollette e materie prime sta mettendo in ginocchio, ma anche di aziende più grandi e strutturate, con centinaia di dipendenti e varie sedi locali. Pure per loro non mancano le difficoltà, a fronte di margini di guadagno sempre più ridotti e della preoccupazione di non poter mantenere l’occupazione attuale. Anche perché nessuno, nella categoria, si sogna di riversare tout court sui consumatori i rincari subiti alla fonte: “non possiamo ritoccare il listino dei prezzi se non di pochissimo, sarebbe una tragedia per tanti nostri clienti. Il pane è un prodotto fondamentale del paniere dei consumi, deve continuare ad essere “democratico” anche nel prezzo. Ma le nostre aziende devono poter sopravvivere”, sottolinea il presidente di Assipan Toscana Nicola Giuntini.
Difficoltà e preoccupazioni di panificatori e pasticceri sono purtroppo comuni agli imprenditori di tutti i settori, come ha confermato dal palco il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, imprenditore nei pubblici esercizi: “Costi che aumentano, ricavi che si abbassano, di questo passo le nostre aziende hanno poco futuro. Se in pandemia chiedevamo di poter lavorare, ora chiediamo di tornare ad avere margini dignitosi di guadagno, che ci consentano di salvare l’occupazione e di reinvestire nella crescita dell’impresa. Senza di noi, l’economia italiana resta al palo”. Per il presidente nazionale di Assipan-Confcommercio Antonio Tassone “Il tempo è scaduto, abbiamo bisogno di risposte immediate. se è vero che produciamo un bene primario, come ci hanno detto in periodo pandemico quando tutti i forni sono rimasti aperti, allora ci aspettiamo che siano salvaguardati la natura di questo bene e chi lo produce”.