Mentre il Pd sta preparando una mozione da sottoporre in Consiglio per installare di nuovo la ruota panoramica e renderla permanente, resta alto in città il dibattito sulle parole usate dal sindaco Dario Nardella in risposta al diniego del Soprintendente Andrea Pessina per una proroga di 45 giorni dell’attrazione così come richiesto da Palazzo Vecchio. Sulla vicenda interviene Leonardo Rombai, presidente della sezione fiorentina di Italia Nostra
di LEONARDO ROMBAI
L’Assessore Federico Gianassi ha risposto al Question time della Consigliera Antonella Bundu, relativo “ai poteri-doveri degli amministratori”, che – con le dichiarazioni del Sindaco che la città deve essere governata da chi è stato appositamente eletto e non dai cittadini o da altri che rispondono “solo a se stessi” – non c’è stata nessuna volontà di delegittimazione del Soprintendente, e che siamo davanti ad “una normale dialettica democratica e trasparente, rispetto alla quale poi i cittadini possono formarsi un’opinione”. Ne prendiamo atto, ma pare a molti che, con l’affermazione di Dario Nardella – come sottolinea la Consigliera Bundu –, si “evochi una possibile forzatura degli equilibri statuiti dell’ordinamento tra lo Stato e le Autonomie”.
Non è, purtroppo, a tutti evidente che una grande ruota panoramica e una pista di pattinaggio su ghiaccio rientrano, per funzioni, nella categoria dello spettacolo viaggiante (luna park, ecc.), e quindi sono da collocare in uno spazio non edificato e non vincolato. Se vengono montate all’interno di un bene culturale vincolato della seconda metà del XIX secolo, ovvero giardino monumentale, come nel nostro caso, richiedono i controlli necessari e l’eventuale nulla osta da parte dell’Ufficio competente, la Soprintendenza. Nulla osta non sempre rilasciabile, se è vero che la legislazione vigente, ossia il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004, prevede per il giardino storico le sole azioni della “conservazione” e del “restauro”, non già della “riqualificazione” e della “rivitalizzazione”.
Dispiace che la stampa cittadina – con poche lodevoli eccezioni – non abbia granché contribuito a spiegare la ragioni oggettive della questione, rimanendo pressoché appiattita sulle posizioni del Sindaco. Al riguardo, si deve segnalare l’esempio negativo dell’articolo Sulla poltrona di Palazzo Vecchio non si sta in due di Giovanni Morandi, uscito su “La Nazione” del 21 gennaio. Con sorprendente e tracotante sicumera, l’articolista ha completamente eluso il fatto incontestabile dell’esistenza di una legislazione di tutela, al rispetto della quale è tenuto anche – anzi, in primis – un Sindaco confermato “con il 57 per cento dei voti”. Con tono inqualificabile e rozzamente offensivo, egli ha addirittura delegittimato la figura di Soprintendente, rivolgendo ripetute offese al Dottor Andrea Pessina che, a suo dire, non svolgerebbe – come invece il Sindaco – “una funzione istituzionale” (?), ma si preoccuperebbe solo di esibirsi alla città come figura “invadente e persino una sorta di oppositore ombra”: una figura mancante di “buon senso”, abituata all’“esercizio del diniego” e dell’“ostruzionismo imbarazzante e sistematico”….
Quanto alla categorica affermazione che “il patrimonio culturale e ambientale di Firenze” non sia stato in alcun modo danneggiato, ma che anzi abbia tratto vantaggio dalla ruota panoramica, “allontanando dalla Fortezza spacciatori e delinquenti vari che prima frequentavano la zona”, c’è da replicare che la città è in attesa di un puntuale riscontro al termine dello smontaggio dei manufatti: alla luce dei danni al giardino storico prodotti dalla precedente installazione della pista di ghiaccio, c’è però da essere motivatamente preoccupati.
In conclusione, c’è da chiedersi, se sia questo il modo corretto di svolgere l’importante funzione di informazione obiettiva, a vantaggio dei lettori, come richiederebbe la rubrica Voci della città di quel quotidiano, affidata all’autore dell’articolo.