La cantante senese, al teatro La Compagnia, ha raccontato il suo rapporto con il vino nella conferenza stampa che ha inaugura la settimana delle Anteprime. Si parte domani con Chianti Lovers & Rosso Morellino
Il sangiovese, re dei vitigni toscani, è ‘stra-rock’: genera emozioni e vibrazioni a non finire, ma è sempre il frutto del lavoro di un gruppo e di una band. Mai di un solo solista. E così il via ufficiale alla settimana delle Anteprime di Toscana non poteva che avvenire con una testimonial d’eccezione come Gianna Nannini, cantante conosciuta in tutto il mondo ma anche viticoltrice toscana, che stamani si è raccontata in questo sua nuova avventura al Cinema della Compagnia di Firenze per PrimAnteprima, la giornata inaugurale della Settimana delle Anteprime di Toscana promossa dalla Regione insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze e da Fondazione Sistema Toscana.
“Il vino è qualcosa che ho collegato alla mia infanzia – ha detto – quando non lo bevevo, ma lo respiravo. Mia madre, mia nonna avevano 70 ettari di terreno che oggi io grazie ai successi in campo musicale ho potuto rilevare e adesso produco cinque rossi”.
Il sesto, prossimo al debutto, è stato degustato in anteprima proprio oggi, si chiama “La Rossa”: un nome che trae ispirazione dal personaggio magico di un’anziana e dai ricordi dell’infanzia nella tenuta senese, già evocati ne “La lupa e le stelle”, una canzone del 1979. “Nella campagna senese vicino alla Certosa di Belriguardo, casa dove sono cresciuta dai 9 anni fino ai 18 prima di trasferirmi per sempre a Milano – prosegue Nannini -, frequentavo amici dei poderi vicini e con loro giocavo, con loro sono cresciuta. Da qui inizia il mio percorso nella conoscenza del vino e della terra, quando la vendemmia era prima di tutto una “festa”, per noi bambini. Raccogliere grappoli d’uva e metterli nelle ceste, poi nei tini, schiacciare l’uva a piedi nudi rispondendo qualche canto toscano fra ottave rime e stornelli. Per chi come me ha vissuto la campagna e la terra Toscana è impossibile non sentirne la mancanza. L’attaccamento alla terra è un atto d’amore ed è questo sentimento che genera il rispetto della natura. È necessario un ritorno alla natura per non spezzare quel legame fra uomo e terra che renda il futuro e l’ecosistema ancora vivo”.
Sei giorni di anteprime e degustazioni per addetti ai lavori dunque che iniziano domani, domenica 20 marzo, con “Chianti Lovers & Rosso Morellino”, per poi proseguire lunedì 21 e martedì 22 marzo con “Chianti Classico Collection”, martedì 22 e 23 marzo con la Vernaccia di San Gimignano, il 23 e 24 marzo con il Vino nobile di Montepulciano e infine il 25 marzo con l’anteprima dell’altra Toscana”, attraverso i consorzi di Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Doc Cortona, maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa e Valdarno di Sopra.
“Viviamo in una terra – ha aggiunto il Governatore toscano Eugenio Giani – che nei secoli si è divisa tra guelfi, ghibellini e campanili in competizione. Per questo, per tenere insieme lo spirito di squadra e le singole specificità, ci è sembrato giusto non organizzare una singola manifestazione ma una settimana di eventi coordinati. Ma è indubbio che un lavoro di squadra si è iniziato a farlo e che il vino sia un prodotto di identità della nostra terra, che ci racconta il passato ma anche il futuro e la voglia di innovarsi”.
Nonostante l’annata trascorsa non abbia garantito un’elevata produzione in termini di quantità, il bilancio del 2021 per il vino Made in Tuscany è in positivo. Le etichette toscane certificate DOP hanno ottenuto incrementi addirittura superiori a quelli del settore vino nel complesso, che già evidenziava il miglior dato degli ultimi dieci anni. In volume, infatti, sono stati superati gli 800mila ettolitri (+7,4%), mentre i 625 milioni di euro (di cui 604 nel segmento dei rossi) hanno messo a segno un incremento del 15% su base annua raggiungendo il più alto livello di sempre. Sono 52 le diverse Docg e Doc e 6 Igt, 60 mila gli ettari a vigneto e 2 milioni gli ettolitri prodotti solo con l’ultima vendemmia. Con un terzo dei vigneti toscani che è già bio.