Antonella Giachetti: “La politica si impegni per evitare il collasso dell’economia e definire un piano serio energetico per i prossimi anni”
Sei priorità e un grido d’allarme: “L’intero sistema economico è in pericolo. Il caro energia sta causando una crisi sconvolgente, talmente profonda e diffusa tra tutte le aziende che forse neppure si riesce a coglierne la portata e la gravità nel suo insieme. Sta naufragando il tessuto della piccola e media imprenditoria italiana, inestimabile patrimonio economico caratteristico italiano. Le aziende, che danno lavoro a migliaia di persone in svariati settori, sono con l’acqua alla gola. Serve che la politica si impegni in azioni di tamponamento per evitare il collasso dell’economia e conseguenti problemi sociali, e al tempo stesso che definisca un piano serio di politica energetica per i prossimi decenni: non si tratta di una crisi momentanea”.
A lanciarlo è Antonella Giachetti, presidente dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda (Aidda). “E’ impensabile che le aziende sopravvivano con questi costi. Bisogna intervenire immediatamente – aggiunge – le attività stanno andando verso un inevitabile stop, strette dalla morsa di un prezzo energetico intollerabile che le rende assolutamente non competitive, fuori mercato e incapaci di programmare piani economici finanziari anche nel breve termine. Posti di lavoro, conoscenze, tradizioni ed eccellenze rischiano di dissolversi alla luce di questo ulteriore shock, dopo la già dura prova pandemica. Si rischia in tutti settori una vera e propria ecatombe”.
Ma eccoli i sei punti imprescindibili secondo Giachetti: 1) Assumere immediatamente interventi tesi a ridurre il costo energetico di tutti gli utilizzatori con la probabile necessità di creare un ulteriore scostamento di bilancio. Una effettiva riduzione del costo e non solo una moratoria degli addebiti, altrimenti i conti economici delle imprese non reggerebbero comunque l’urto. Il Governo Draghi ha la capacità ed il potere di intervenire subito.
2) E’ necessario riformare nei prossimi mesi il mercato elettrico con il disaccoppiamento del mercato fossile da quello delle rinnovabili.
3) Occorre definire un tetto al prezzo del gas a livello europeo, grazie a una politica di comuni intenti di fronte a un problema internazionale, limitando la componente speculativa. Serve correggere le distorsioni del mercato se queste mettono in pericolo lo sviluppo e la giustizia sociale.
4) In questa fase di transizione, in attesa che le riforme del sistema diventino efficienti da un punto di vista tecnico, non possiamo ignorare poi l’importanza di un serio piano di risparmio energetico sia per i consumi pubblici che privati, tema cruciale ora al centro del dibattito in altre nazioni, come la Germania.
5) E’ urgente mettere le aziende in condizione di realizzare al più presto impianti propri di produzione di energie rinnovabili, con finanziamenti mirati e riducendo immediatamente i vincoli autorizzativi che oggi limitano questo passaggio.
6) E’ urgente accorciare la filiera tra produttore e consumatore nel campo energetico, pensando magari che il Gestore dei servizi energetici possa acquistare dai produttori e possa poi calmierare i prezzi verso i consumatori.