Importantissimo scambio di opere del Beato Angelico fra il museo fiorentino e il civico di San Domenico in occasione della mostra “Dante. La visione dell’arte” che sarà visitabile nel comune romagnolo non appena i musei saranno riaperti
Il Giudizio Finale del Beato Angelico va in trasferta al Museo civico di San Domenico per la grande mostra “Dante. La visione dell’arte” in programma a Forlì e dal comune romagnolo arriva in prestito il dittico con la Natività e l’Orazione nell’Orto, opera sempre del grande frate pittore, donato alla cittadina forlivese nella prima metà dell’Ottocento dall’abate Melchiorre Missirini, nato a Forlì nel 1773 e morto a Firenze nel 1849, grande erudito dai molteplici interessi, segretario a lungo di Antonio Canova, ma soprattutto appassionato collezionista di volumi, dipinti, disegni, medaglie, bozzetti e sculture.
In attesa finalmente di rivedere riaperti musei e mostre, l’intesa da un lato tra la Direzione regionale Musei della Toscana e il Museo di San Marco a Firenze, dall’altro dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e il Servizio Cultura Turismo del Comune, ha portato a questo scambio di opere che si protrarrà per tutta la durata della mostra forlivese.
L’accordo è stato sostenuto dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, che insieme a Gianfranco Brunelli – Direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì – ha ideato e diretto la mostra, curata da Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca. “Tornare a Beato Angelico – dice Brunelli – nel riallestimento del Museo San Marco, con l’ospitare nella mostra forlivese il suo Giudizio Finale, riassume il significato, nell’anno di Dante, di riproporre il forte legame tra la visione della parola e la parola dipinta, tra l’artista e il poeta, che ha in Dante e nell’Angelico una correlazione profonda”.
Il capolavoro del Beato Angelico del Museo di San Marco è oggi in eccellenti condizioni di conservazione, dopo l’intervento di restauro condotto nel 2019 da Lucia Biondi grazie al contributo del Rotary Firenze Certosa. La sua assenza temporanea nella omonima sala del museo fiorentino sarà compensata dall’inedita presenza del prezioso dittico di Forlì in una sorta di santuario mondiale dell’arte del grandissimo artista domenicano. Aggiunge Schmidt: “Il virtuoso scambio di opere d’arte conferma l’efficacia e bontà della politica delle Gallerie di decentrare i flussi e valorizzare luoghi erroneamente considerati periferici, ma che, al contrario, sono i veri centri di cultura e di scambi dell’oggi e del domani”.
La collaborazione prosegue una tendenza inaugurata alla fine di settembre del 2019 con l’arrivo a San Marco dal Museo del Prado di Madrid dell’Annunciazione di Robert Campin, in occasione dei 150 anni della sala museale. Le due tavolette di Forlì, secondo Angelo Tartuferi, Direttore del Museo di San Marco, “costituiscono uno degli esemplari più importanti a riprova dell’intima e assoluta sintonia dell’Angelico con la visione e i modi pittorici di Masaccio”. Mentre Schmidt, il direttore regionale dei musei della Toscana Stefano Casciu e il dirigente Cultura del comune di Forlì Stefano Benetti sottolineano l’accordo come un importante momento di collaborazione tra istituzioni culturali e concreta azione di valorizzazione del patrimonio artistico civico delle due città.