Lo storico edificio, da sempre luogo di riferimento per gli universitari, è stato acquisito dalla Regione e diventerà un polo di iniziative e attività culturali
Valorizzare la vocazione dell’ex complesso monastico di Sant’Apollonia a Firenze come polo di iniziative e attività culturali, di studio ed aggregazione giovanile.
Per questo la Regione metterà in atto un processo partecipativo che coinvolgerà residenti, studenti, gestori di spazi e soggetti no profit interessati a creare sinergie che leghino sempre più a stretto filo cultura e diritti.
Ad annunciarlo è stata la vice presidente della giunta regionale e assessore alla cultura Monica Barni durante un incontro con i giornalisti. Da alcuni mesi l’Ente ha acquisto la piena titolarità dell’edificio e la gestione dell’iniziativa partecipativa, che proseguirà per quattro mesi, è stata affidata ad uno spin off universitario, MHC-Progetto territorio.
E’ prevista prima una fase di ascolto, da luglio a settembre, quindi un momento di partecipazione attiva fino ad ottobre e infine, a novembre, il momento della verifica con la restituzione dei risultati. “L’obiettivo, oltre che valorizzarne la vocazione – spiega Barni – è quello di creare sinergie tra istituzioni, politiche, iniziative dal basso e territorio”.
Così verranno organizzate visite al complesso e momenti di condivisione con l’altro processo partecipativo in corso nel quartiere, il “Laboratorio San Lorenzo”.
L’ex convento sorge tra via San Gallo, via XXVII aprile e via Santa Reparata. Appartiene al demanio culturale ma è stato trasferito pochi mesi fa gratuitamente alla Regione. E’ sempre stato ed è un punto di riferimento per gli studenti universitari di Firenze, in particolare per la presenza al suo interno di alcuni servizi loro dedicati come la storica mensa. Negli anni è anche diventato un luogo di aggregazione sociale ed espressione delle controculture giovanili nelle diverse fasi del Movimento studentesco. Sant’Apollonia è stato oggetto nel tempo di numerosi interventi di ristrutturazione parziale, attualmente in fase di ultimazione, e prima di affidare l’appalto per la progettazione e la fattibilità definitiva e esecutiva dei lavori di restauro conservativo, la Regione ha deciso di avviare appunto il partecipativo.
“La particolare storia, l’occasione dell’intervento di restauro e l’avvio del processo – conclude Barni – trasformano Sant’Apollonia in un caso sperimentale di rifunzionalizzazione di un bene culturale nell’ottica di una maggiore sinergia tra le politiche culturali e quelle di sostegno al diritto allo studio universitario, nel senso di un più incisivo impegno per la partecipazione culturale della comunità studentesca”.