Nardella incassa anche il parere favorevole dell’organizzazione di salvaguardia e tutela che polemizza con Calenda: “Stupisce che non ne riconosca l’alto valore storico e culturale del Franchi”
Dopo l’okay del ministro della cultura Dario Fanceschini adesso anche il Fai. Con buona pace di Calenda per il quale ora più che mai vale il detto di renziana memoria: “Stai sereno, Carlo”, naturalmente con annesse pacchette dietro le spalle e l’invito magari a pensare a questioni più strettamente “romane”.
Dario Nardella incassa il sì del Fondo Ambiente Italiano che si dice favorevole a inserire il progetto del nuovo stadio nel Recovery Plan e critica la posizione del leader di Azione (https://www.lamartinelladifirenze.it/scontro-nardella-calenda-sul-nuovo-franchi-vorrei-sapere-come-farebbe-per-il-flaminio/) il quale aveva fortemente polemizzato con il primo cittadino proprio sull’utilità o meno di includere l’opera di Pier Luigi Nervi fra le proposte di finanziamento. Il Fai, fin da subito, si era schierato dalla parte del sindaco di Firenze Dario Nardella e della più qualificata opinione pubblica internazionale contro l’abbattimento del “Vecchio Comunale” mettendosi in urto con il patron Viola Rocco Commisso che invece lo voleva abbattere per costruire un impianto nuovo. L’uscita di Franceschini ora ha aperto di fatto la strada al “restauro” dell’impianto dove la Fiorentina gioca le partite casalinghe del Campionato di A.
“Il ministro – osserva il Fai – si è espresso a favore dell’utilizzo delle risorse offerte dal Recovery Fund a beneficio del recupero dello stadio: al contrario, dispiace e stupisce la dichiarazione di Carlo Calenda che non riconosce l’alto valore storico e culturale del Franchi, esempio tra i più alti dell’architettura novecentesca italiana, eccellenza dell’ingegneria, edificio così identitario per il nostro Paese da essere rappresentato nella filigrana di una delle pagine dei nostri passaporti nazionali di fianco al disegno del pavimento del Campidoglio”. Nardella dunque può andare avanti potendo contare anche sull’appoggio dell’organizzazione di tutela e salvaguardia del patrimonio naturalistico e artistico. Per il progetto di recupero, come è noto, si segue l’idea di un concorso internazionale per coinvolgere i più grandi architetti del mondo, stimolati dall’idea di trasportare nel futuro il genio ingegneristico di Nervi. “L’opera di Nervi – conclude il Fai – merita di essere considerata, al pari di chiese, musei, palazzi, beni archeologici, opera del patrimonio italiano, di quel genio italico che ha reso il nostro Paese il più bello del mondo”.