Roberto Sbenaglia, colonna della Polizia fiorentina, si è congedato così dai suoi colleghi con i quali ha condiviso una vita in divisa. Da sempre in prima linea, fu lui a creare i “pattiglioni”
Il dirigente di polizia va in pensione e lascia un commosso saluto via radio alle Volanti, “la prima linea della polizia”. Roberto Sbenaglia si è congedato così ieri dai colleghi con i quali ha condiviso una intera vita in divisa. Sbenaglia è una vera pietra miliare della Polizia di Stato fiorentina: arruolato nel 1989, seguendo le orme del padre poliziotto, dopo la laurea in Giurisprudenza comincia il suo percorso professionale proprio come Funzionario alla Questura di Pistoia dove ricopre anche particolari incarichi investigativi, come ad esempio quello che lo ha visto a Capo della locale Digos e Squadra Mobile. Nel 2005 approda alla Questura di Firenze assumendo l’incarico di Dirigente dell’Ufficio Generale e Soccorso Pubblico. Per oltre un decennio, attraverso le sue Volanti, gestisce e coordina tutto il controllo del territorio della Polizia di Stato sulle strade fiorentine, dando anche nuovi impulsi a specifici servizi di contrasto alla criminalità e al degrado urbano.
Sotto il suo comando la “Squadra Volante” fiorentina consegue una serie di evidenti risultati operativi che la cronaca non può fare a meno di riportare: dai sequestri di stupefacenti allo spaccio su piazza, dalla prostituzione in strada all’immigrazione clandestina, all’abusivismo commerciale e alla guida in stato di ebbrezza (in una sola notte ritira la patente a 20 automobilisti indisciplinati). Queste attività, che lui stesso ribattezza come “pattuglioni”, lo vedono, sempre in prima linea, schierato in campo alla testa dei suoi agenti per i quali in brevissimo tempo diventa un importante punto di riferimento. Molti suoi colleghi, ma anche i cittadini, apprezzano rapidamente la sua non comune cultura e un’approfondita conoscenza giuridica legata anche agli studi da avvocato. Gestisce per anni anche molteplici servizi di polizia allo stadio “Artemio Franchi”, occupandosi, prima della promozione a primo dirigente, dei tifosi ospiti – come funzionario di settore – e poi come responsabile a 360 gradi delle intere manifestazioni sportive, sia durante incontri nazionali che internazionali. Tra i suoi numerosi incarichi di fiducia affidati alla sua persona dai vertici di via Zara, anche quello di portavoce del Questore.
Ieri, giorno di San Michele Arcangelo (Patrono della Polizia di Stato) e del suo compleanno, prima di togliersi per l’ultima volta la sua amata uniforme, l’ultimo commosso saluto dalla radio della sala operativa ai “suoi ragazzi”.