Blocco del turistico ricettivo, stop alla dismissione degli immobili, una città sempre più prossima e a misura del cittadino. Del Re: “Piano che si pone in discontinuità con i precedenti”
Un piano innovativo che segna anche una svolta. E’ il senso del POC, almeno secondo l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re, che è stato adottato oggi in Consiglio e si configura come uno degli strumenti più importanti per la Firenze del futuro. “Un Piano – ha aggiunto – che si pone in discontinuità con i precedenti, perché è il primo post pandemia, frutto delle riflessioni compiute con gli assessori comunali, i quartieri, la città intera. Riflessioni che si ritrovano con delle scelte in controtendenza: no alla turistificazione della città e quindi la scelta più coraggiosa che facciamo è il blocco verso il turistico-ricettivo, siamo la prima città in tutta Italia a farlo, e lo facciamo anche perché cerchiamo di attrarre altri investimenti in città”.
Altro spunto importante e pesante come un macigno sì alla “città pubblica”. Stop dunque alle dismissioni degli immobili, “che precedenti amministrazioni hanno attuato anche per necessità di bilancio”, per dare risposte soprattutto su tema della casa e degli alloggi per studenti, che è una altra, grande emergenza cui dobbiamo fare fronte”. Obiettivo finale, una città “sempre più prossima e a misura di cittadino”, con il tema della mappatura dei rioni e dei servizi a 15 minuti, tema che “entra sempre in una logica di città post pandemia dentro nuovi strumenti urbanistici, come entra per la prima volta la mappatura delle isole di calore”, diretta conseguenza dei cambiamenti climatici che stanno stravolgendo il mondo, e che “stanno e devono stare al centro della pianificazione uranistica con scelte anche coraggiose come quella sul fotovoltaico”. Scelta compiuta, sottolinea De Re, anche a costo di discostarsi alla fine dal parere della Sovrintendenza. Ma altri temi, delicati, incombono, come quelli dell’urbanistica di genere, che fa entrare in lizza la città progettata secondo i bisogni di tutti e tutte, e il tema dell’accessibilità, con l’accordo di ricerca delle linee generali del Dida, che entrano dentro il Piano operativo e portano un nuovo metodo dell’amministrazione per lavorare su questo fronte”.
Per quanto riguarda l’iter, dopo la fase di adozione in consiglio comunale, ci saranno 80 giorni di tempo per presentare le osservazioni (non più 60 come in precedenza) che saranno poi votate da giunta e Consiglio. Questi i punti principali: oneri e monetizzazioni potranno essere usati anche per l’acquisto di un nuovo patrimonio immobiliare da adibire ad housing sociale o co-housing e per ristrutturare il patrimonio abitativo Erp esistente; student housing e senior housing dentro il concetto di ‘housing sociale’; in centro storico l’alloggio minimo rimane di 50 mq, mentre nella zona A viene introdotto il nuovo criterio della superficie edilizia media (50-55-60) per limitare il numero di frazionamenti, dando al contempo maggiore flessibilità nell’uso dello spazio. Nelle convenzioni con il privato viene previsto un abbattimento degli oneri a fronte dell’inserimento di un divieto almeno decennale di utilizzare gli alloggi per affitti turistici brevi e attività extra ricettive; per i nuovi studentati privati, il 20% delle camere sarà destinato agli studenti bisognosi dell’Università di Firenze, mentre la possibilità di aprirsi al turistico-ricettivo per queste strutture viene limitata da 90 a 60 giorni all’anno e nei soli mesi di luglio e agosto. La cosiddetta “indifferenza funzionale” dovrebbe poi aiutare determinate situazioni ovvero APS, terzo settore e luoghi di culto (leggi moschea ndr) ma avverte Del Re “Non sarà una liberalizzazione tout court; perché una APS, o un luogo di culto, possa insediarsi in uno specifico immobile ci sarà sempre la verifica di determinati requisiti edilizi”.
Scettiche la segretaria del Sunia Laura Grandi e Grazia Galli di Progetto Firenze che commentano: “Non ci sembra opportuno, da parte del Comune, mettere in campo una soluzione che invece di offrire strumenti concreti per superare le conflittualità, di fatto scarica il problema sui privati, con un provvedimento che non aiuta le comunità religiose e in primis quella islamica che ad ora è impantanata in una situazione di stallo e contenzioso”.
Per Emanuele Cocollini (Centro) “Mettere in dubbio il diritto alla proprietà è inaccettabile. Proliferano i vincoli che limitano la libertà di chi possiede un immobile”. Mentre per Andrea Asciuti (Misto-Italexit) nel POC ci sono “aspetti positivi ma anche negativi sui quali lavoreremo con delle osservazioni”. Secco il commento di Fratelli d’Italia con Draghi e Cellai: ““Dopo Mercafir e stadio la nuova priorità è il parco Florentia. Ogni sei mesi la giunta Nardella fa partire un nuovo treno” e la Lega Salvini con Federico Bussolin sotto linea lo “Scarso coraggio delle idee”. Di “Documento fondamentale per lo sviluppo della città” parla il Pd con il capogruppo Nicola Armentano e La Lista Nardella evidenzia “l’importanza del POC che disegna la Firenze del futuro insieme alla forte sensibilitá per il mondo condominiale, le famiglie e i lavoratori.”