Dura nota dei Comitati dell’area vasta fiorentina contro il Piano Operativo Comunale: Non è strumento di lotta ma banale prosecuzione di vecchie logiche”. Presidio a Palazzo Vecchio lunedì prossimo
“Il nuovo Piano Operativo Comunale presentato come uno strumento capace di invertire la rotta di una città degradata dal turismo selvaggio in realtà appare come una banale prosecuzione di vecchie logiche”. Parola di un largo schieramento di Comitati dell’area vasta fiorentina (ci sono tanto per citarne alcuni Comitato Vitabilità Campo Marte, Comitato per la Tutela degli Alberi Sesto F.no, Coordinamento 20 Gennaio, Italia Nostra, Manoiquandosidorme, Novoli Bene Comune ma le adesioni si stanno aggiungendo giorno dopo giorno) che hanno deciso di organizzare una campagna di assemblee pubbliche e di manifestazioni perché, dicono, questa vecchia impostazione del piano non solo non risolve i tanti problemi esistenti, ma ne crea di nuovi per chi vive, lavora e studia.
Un primo appuntamento è già stato fissato per lunedì 17 aprile in piazza Signoria dalle 15 alle 17 in contemporanea con la riunione del Consiglio Comunale. Due secondo gli organizzatori del presidio i minimi comuni denominatori del POC: la totale mancanza di coinvolgimento, partecipazione e discussione vera dei cittadini; la totale mercificazione della città. “Nessun reale progetto di città pubblica – sottolineano con forza -, solo la ricerca dell’investitore privato per la realizzazione di ogni cosa. Il Comune? Un grande agente immobiliare”.
Questi i motivi di preoccupazione così come riportati in una lunga nota dei Comitati:
1) nessun ripensamento sulla tutela del patrimonio storico, del centro antico, in particolare sull’art.13 del Reg. Urb, che parifica la ristrutturazione edilizia al restauro, e che ha spianato la strada ai frazionamenti ed ai cambi di destinazione d’uso di una miriade di immobili, anche di grande pregio, per farne esercizi alberghieri e alloggi turistici;
2) Nessun ripensamento sul sistema dei trasporti pubblici: da una parte l’ex ATAF, completamente privatizzata, costantemente sotto organico, incapace di offrire un vero servizio; sul versante tranvie la realizzazione delle nuove linee va avanti, incurante delle conseguenze della scelta di un mezzo obsoleto e altamente impattante che rischia di peggiorare il già caotico traffico, con la distruzione di centinaia di alberature e con la mancanza di un progetto di interscambio con le linee ferroviarie per mettere in rete sia il centro che le periferie. A completare il caotico e distruttivo quadro infrastrutturale ci penseranno poi i lavori per il sotto attraversamento TAV: grande opera inutile che ciclicamente e anacronisticamente viene riproposta.
3) nessuna politica pubblica diretta nel campo dell’edilizia pubblica e dei servizi sociali (scuola e cultura in particolare);
4) nessuna autentica “svolta green” in funzione di protezione dal degrado ambientale e dal cambiamento climatico. Il verde pubblico non solo non viene messo a sistema con quello privato e non viene arricchito da un vero progetto di “forestazione urbana”, ma si continua nella sua programmata distruzione, affiancata dalla progettazione di verde verticale, la cui fallacia è miseramente sotto gli occhi di tutti.
5) Le aree verdi superstiti sono destinate a cadere sotto una serie di progetti: a) Il Parco di San Salvi è attraversato da un’ordinaria strada di scorrimento urbano; b) si realizza la Rosselli Pistoiese, un’arteria di penetrazione per grandi flussi, a ridosso del Parco delle Cascine, con tombamento in più punti dello storico canale del Macinante: uno dei superstiti corridoi ecologici che, in questo modo, scomparirà; c) la “Campana verde del Campo di Marte” anziché rifiorire, con l’abbattimento delle recinzioni e l’ampliamento della sua pubblica fruibilità, scomparirà completamente sotto una colata di cemento, alto 2 piani, con tutta la “paccottiglia urbanistica” a cui siamo avvezzi da anni: alberghi, ristoranti, centri commerciali, centri congressi, negozi, ecc. d) il Podere della Mattonaia a Gavinana, da secoli coltivato, è destinato a diventare un parcheggio (di proprietà privata).
6) Anche il sottosuolo del centro storico non sfugge alla logica della rendita e del consumo vedi la costruzione di un parcheggio pubblico interrato meccanizzato di 150 posti in Piazza del Cestello, già oggetto di contestazione in Oltrarno, e la proposta del Quartiere 1 di inserire in area UNESCO anche la possibilità di scavarvi una ventina di parcheggi interrati pertinenziali.
7) Questo “modello di città” condiziona e subordina ai suoi imperativi l’intera area metropolitana, in particolare i comuni della “Piana Fiorentina”, azzera le prospettive di rigenerazione spingendo in favore di un nuovo aeroporto, insostenibile per consumo di suolo, aumento dell’inquinamento atmosferico e per l’abnorme crescita di traffico aereo e automobilistico ad esso collegato con la conseguenza che i comuni della Piana sono destinati a diventare sempre più i “dormitori” di Firenze, favorendo l’espansione edilizia per usi abitativi, logistici, commerciali, ecc.